Gazzetta del Sud
Lucio D'Amico
Non è la dichiarazione di decadenza ma l'ennesimo passaggio che va verso una direzione che sembra ormai obbligata. E ancora una volta il sindaco Buzzanca, arroccandosi sulle sue posizioni, resta convinto che non è giunto il momento della scelta, almeno per ora.
Ieri la Commissione verifica poteri dell'Assemblea regionale siciliana, come chiarito in serata dalla presidenza dell'Ars, ha avviato la procedura di contestazione della causa di incompatibilità, prendendo atto delle due sentenze della Corte Costituzionale sull'ormai stucchevole vicenda del "doppio incarico", che hanno sancito l'inconciliabilità tra il ruolo di parlamentare e quello di amministratore e l'illegittimità della "leggina" regionale che aveva visto lo stesso Buzzanca tra i primi firmatari.
La Commissione ha espresso il suo voto a maggioranza, sei commissari si sono pronunciati a favore della decadenza del sindaco di Messina da deputato regionale, contrari i tre esponenti del Pdl Vincenzo Vinciullo, Alberto Campagna e Nino D'Asero mentre si è astenuto il presidente dell'Ars, Francesco Cascio. La procedura prevede ora un dibattito pubblico che dovrebbe tenersi il 22 dicembre e dovrà essere l'Assemblea a pronunciarsi definitivamente.
Secondo Buzzanca, «la commissione verifica poteri dell'Ars ha commesso un grave errore, perchè ha violato l'articolo 51 del regolamento dell'Assemblea. Attenderò prima l'udienza pubblica del 22 dicembre – ribadisce il primo cittadino-deputato – durante la quale spiegherò le mie ragioni e poi mi rimetterò alla decisione dell'aula». Il sindaco ritiene che la Commissione verifica non abbia alcun potere di dichiarare decaduto un deputato. «L'articolo 51 – precisa Buzzanca – recita: "Se l'elezione è convalidata, ne è data immediata comunicazione al presidente dell'Assemblea, che l'annunzia in seduta pubblica. L'Assemblea ne prende atto. Dopo che l'Assemblea abbia preso atto della deliberazione della Commissione, non può mettersi in discussione l'avvenuta convalida, salvo che sussistano motivi di incompatibilità o ineleggibilità preesistenti e non conosciuti al momento della convalida"».
Sul caso del "doppio incarico" l'Italia dei Valori chiede l'intervento del prefetto Alecci, al quale è stato consegnato ieri un documento firmato dai segretari cittadino e provinciale Salvatore Mammola e Antonino Alessi. «Essendo decorsi i dieci giorni dalla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla Gazzetta ufficiale del 16 novembre – sostiene l'Idv –, senza alcuna scelta da parte dell'on. Buzzanca tra le due cariche ricoperte, lo stesso, per effetto della sentenza della Corte d'Appello di Messina, deve essere ritenuto decaduto dalla carica di sindaco». Ecco perché, secondo i rappresentanti del movimento di Di Pietro, il prefetto deve esercitare il suo ruolo e applicare quanto previsto dalle decisioni della Consulta.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/1/2011
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