"L'importanza delle regole del vivere civile"

"L'importanza delle regole del vivere civile" Riceviamo da Daniele Corieri e pubblichiamo: In questi giorni nel blog "Scegli il nuovo Sindaco" si è capito che Lipari manca di aggregazione sociale e che si è molto individualisti. Valori della famiglia o creazione di una nuova famiglia quasi assente, mancanza di sicurezze. Parliamo dei furbi: tanti o pochi? Diciamo che è un mondo a se fatto di vivere per sopravvivere, dove tanto se facciò è perché tutti fanno, male che va non succede nulla. Sembrerebbe che la mattina ci si sveglia e ci sono due fasce: quelli che hanno un lavoro fisso, altri che cercano di fare un lavoro ma nel farlo c'è l'abitudine dell'arrangiarsi o improvvisare. Poi abbiamo sempre quelli che lavorano con posto fisso ma nello stesso tempo durante l'estate la mattina si svegliano e si arrangiano anche loro a fare dell'altro. Come definiamo tutto questo: Lavoro nero, concorrenza sleale, mancanza di controlli, permissivismo per regia di voti o abitudini di sempre? In linea teorica sembra un casino ma se si ragiona c'è un problema di fondo: mancanza di tutela delle varie associazioni ai loro associati (non basta scrivere); parentele di famiglie per non denunciare o magari per avvertire il denunciato (chi non ha un parente o amico al Comune) di stare attento che si è sotto mira, oppure non dico perché io faccio peggio di lui quindi stò zitto e faccio anch'io e tiro a campar; poi abbiamo altri che lavorano ma senza un criterio di organizzazione ma esclusivamente di improvvisazione e probabilmente con qualche scheletro nell'armadio. Infine abbiamo pochi che lavorano bene ma sono criticati. Uno straniero che legge questo testo direbbe: ma è uno stato civile? Anche lui improvviserebbe, sbagliando: non è Africa è Lipari. O Mamma mia, sembrava un attacco al paesano invece? Invece è un invito a pensare ed agire in modo diverso, a iniziare non a scannarsi o a sbranarsi, ma a riunirsi per definire un programma comune, che vada dai servizi turistici a quelli commerciali, per poi concludere con una vera aggregazione sociale. Serve un consorzio con la C maiuscola fatto da imprese locali, ma non fatto con calcoli di tornaconto, (che chi lo promuove piglia tutto) ma aperto a tutti coloro che intendono lavorare in modo produttivo e non concorrenziale, chi non lo fà, farà il suo lavoro ma con disciplina e regole. Appunto le regole, chi fa le regole? In primis una corretta amministrazione che non ha obblighi di voti ma obblighi con la cittadinanza, la stessa deve collaborare con tutte le forza dell'ordine che diano un forte segnale di controllo, anche perché le forze dell'ordine li abbiamo ma non bastano. Non serve il pugno duro, serve dare una corretta organizzazione fatta di regole ma nello stesso tempo disciplinata, se ciò avviene con un progetto di sviluppo da parte di tutte le parti sociali, sarebbe l'inizio della svolta. Quindi mettiamo tutti noi idee concrete sui tavoli della politica e della produttività locale, ma soprattutto della società, vagliamo ogni aspetto tecnico produttivo da fare subito o a breve/lungo termine, perché se questo non avviene e non viene fatto oggi, abbiamo poco e avremo sempre meno.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/2/2011

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