PALERMO- Si blocca in commissione Affari istituzionali all'Ars il disegno di legge che prevede tagli agli enti locali. Ieri sono emerse divisioni all'interno della maggioranza che hanno portato al rinvio dei lavori. Da una parte c'è il Pd che spinge per il ddl presentato dal capogruppo Antonello Cracolici che recepisce le disposizioni del decreto Monti sulle Province (cancellazione della giunta e riduzione dei consiglieri con elezione di secondo livello), ma va oltre riducendo i consiglieri comunali e cancellando le circoscrizioni.
Sul fronte opposto l'Mpa che sulle province preferisce la loro "sostituzione" con liberi consorzi di comuni (proposta annunciata nei mesi scorsi dal governo regionale), ma frena sulla riduzione dei consiglieri comunali e intende mantenere le circoscrizioni tagliando i gettoni e assegnando nuove competenze.
«E' una materia complessa - ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo - serve un approfondimento fra il governo e le forze politiche, organizzeremo una tavola rotonda a palazzo dei Normanni. Sì al decentramento assegnando nuovi compiti alle circoscrizioni e tagliando i gettoni, anche per evitare che qualcuno pensi di fare politica per avere uno stipendio. Certo mi rendo conto che in questo modo si rischia che a fare politica sia solo chi può permetterselo. L'ho detto, è una questione complessa da approfondire».
Alla luce delle diverse posizioni nella maggioranza, la commissione ha aggiornato i lavori: «C'è chi pensa che più si prende tempo, meglio è: ma chi sta attuando la tecnica del "galleggiamento", non capisce che sarà lui il primo ad affondare» è il commento di Antonello Cracolici, capogruppo Pd: «Il decreto Monti fra poche ore sarà legge e i suoi effetti finanziari saranno validi su tutto il territorio nazionale. Io credo che su certe disposizioni la Sicilia debba andare di pari passo col resto del Paese, non è frenando sui tagli che si dimostra il valore dell'autonomia. Apprezzo lo sforzo di mediazione del presidente Lombardo ma la verità è che in questo momento non c'è un accordo nella maggioranza».
Su soppressione delle circoscrizioni e riduzione dei consiglieri comunali è d'accordo l'Udc con Giovanni Ardizzone e il capogruppo Giulia Adamo che però sulle Province preferiscono la creazione di liberi consorzi piuttosto che il recepimento delle disposizioni di Monti.
Nell'Mpa Giuseppe Arena ha sottolineato la posizione contraria del partito autonomista, annunciando tre emendamenti al ddl Cracolici «per sopprimere i tre articoli che lo compongono». Mentre da Fli è arrivato un ulteriore distinguo: «Siamo per la cancellazione immediata delle Province - ha detto Alessandro Aricò - ma comuni e circoscrizioni non si toccano».
Ma a dividere è anche un emendamento dei deputati Pd Giuseppe Picciolo, Lillo speziale e Giovanni Panepinto (firmato anche da altri) che prevede lo stop a stipendi e pensioni doro a dirigenti regionali, istituti e società partecipate trattamenti economici che non devono superare del 20% le indennità dei parlamentari Ars. Si tratta di una norma che, se approvata, impedirà il perpetuarsi di scandalosi precedenti, con burocrati che percepiscono stipendi, liquidazioni e pensioni che hanno reso la Regione siciliana tristemente nota al resto del Paese.
Le divisioni nella maggioranza suscitano la reazione ironica dell'opposizione: «Quando si metteranno d'accordo ne riparleremo», ha detto Vincenzo Vinciullo (Pdl): «Le circoscrizioni sono una palestra di democrazia possiamo discutere del taglio dei consiglieri comunali, ma siamo contrari all'abolizione delle Province». Contrarietà al disegno di legge è stata espressa anche dagli esponenti del Pid, mentre Grande Sud boccia le disposizioni di Monti sulle Province. «Se si pensa che siano inutili, allora si proponga l'abolizione. Lasciarle in piedi senza giunta e senza l'elezione dei consiglieri è come dare un colpo al cerchio uno alla botte».
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/16/2011
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