Fondi non spesi, l'Ue blocca 220 milioni

Gazzetta del Sud Primo Romeo PALERMO L'Europa ha bloccato 220 milioni di fondi destinati a progetti e cantieri di opere pubbliche in Sicilia per irregolarità o violazioni, con rischio, secondo alcuni, che tali risorse vengano sottratte del tutto e tornino indietro. Pericolo escluso invece dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, convinto che non si perderà un solo euro. Si tratta di una vicenda complessa, discussa ripetutamente in precedenti incontri con il ministro per le regioni Raffaele Fitto, che investe anche altre realta, come Calabria e Campania, perchè secondo il Ministero della coesione territoriale si utilizzano artifici di ingegneria finanziaria che consentono all'amministrazione di rendicontare la spesa dei fondi comunitari, anche se in realtà queste risorse non sono state utilizzate. In particolare, la Sicilia ha appostato somme in due fondi, uno per il venture capital (Jeremie, 60 mln) e l'altro per lo sviluppo di aree urbane (Jessica, 148 mln). Questo tipo di procedura, sebbene sia consentito dai regolamenti comunitari, non trova pieno consenso nel Ministero: «Tale scelta - scrive il ministro Fabrizio Barca nella sua ultima relazione - appare dettata dal vantaggio in termini di rendicontazione delle spese più che una fondata valutazione della loro appropriatezza e della loro dotazione finanziaria». Il ministro sostiene che «all'aumento di spese rendicontate che è conseguito a queste scelte non è infatti generalmente corrisposto alcun utilizzo dei fondi - ancora non operativi - con benefici nulli per le imprese e rischi elevati di non riuscire a utilizzare le risorse così appostate e non riprogrammabili, entro la data di chiusura dei programmi». Ma secondo il dirigente del dipartimento per la programmazione della Regione siciliana, Felice Bonanno «si tratta di strumenti previsti dai regolamenti comunitari, se serve dare uno strattone forse si dovrebbe dare alla Commissione europea». E aggiunge: «Non ci sono state violazioni di legge o irregolarità e l'Unione europea non ha bloccato i fondi ma ha soltanto interrotto i termini di pagamento in attesa di nostre contro-osservazioni alla relazione degli ispettori». Quanto ai rilievi degli ispettori di Bruxelles che hanno chiesto chiarimenti su alcuni aspetti, Bonanno chiarisce: «Entro metà marzo faremo le nostre osservazioni quindi si aprirà un negoziato. Comunque, preciso che si è trattato di un'ispezione di routine, controlli di questo tipo sono stati fatti anche in altre regioni, come Calabria o Campania». Il dirigente regionale sottolinea che i rilievi degli ispettori riguardano in particolare l'utilizzo della perizia di variante come strumento per aggiornare vecchi progetti (Bruxelles propende per il finanziamento di progetti ex novo) e che costerebbe meno rispetto ad una nuova progettazione e al controllo totale degli atti da parte dei dipartimenti regionali. Bonanno, spiega che le opere-lumaca riferibili al periodo 2000-2006 riguardano progetti legati ai vecchi Fas regionali e per i quali la responsabilità non è dell'amministrazione ma di altri soggetti, come Anas ed Rfi. Dei 4 miliardi di vecchi Fas, fondi spesso stanziati a valere su accordi di programma quadro, «1,7 miliardi riguardano opere dell'Anas e solo la Agrigento-Caltanissetta ha fatto spesa». Oltre 600 milioni sono collegati a contratti di programma e patti territoriali, in questo caso il soggetto responsabile è il ministero per lo Sviluppo. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo esclude che finora si sia perso un solo euro; ammette che l'impegno di spesa dei fondi strutturali è basso ma definisce l'allarme sollevato, strumentale e per creare confusione». Rassicura che «i tecnici regionali e quelli del ministero collaboreranno per imprimere un'accelerazione». Poi un monito ai dirigenti regionali: «d'ora in poi riunione ogni 15 giorni, il primo e il terzo venerdì del mese». Le rassicurazioni di Lombardo non hanno fermato il fuoco di fila delle forze d'opposizione. Il coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione parla di incompetenza e mancanza di responsabilità del governo regionale; il capogruppo all'Ars del Pd Antonello Cracolici suggerisce di applicare ai fondi comunitari il criterio seguito con i manager della sanità: porre obiettivi, valutare periodicamente il loro operato, introdurre la responsabilità dei direttori.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/8/2012

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