Giacomantonio: " per il Pd non c'era altra strada"

Giacomantonio: " per il Pd non c'era altra strada" Riceviamo da Michele Giacomantonio e pubblichiamo: L'IMPORTANZA DELLA SCELTA DEL PD Fuori Lipari, solo ora ho potuto leggere la dichiarazione di Gianni Natoli e quello che mi colpisce è la manifesta estraneità a quello che è stato un lungo, difficile, sofferto travaglio del PD. Che la scelta migliore fosse quella delle primarie o, in sostituzione, una assemblea che arrivasse alla scelta del candidato sindaco attraverso votazioni, nessuno ne è più convinto di me che l'ha proposta e l'ha sostenuta anche mettendo in gioco il proprio nome (sebbene il mio cuore e la mia mente me lo sconsigliassero). Ma proprio per questo, perchè sono stato fra i primi a proporla, sono stato anche fra i primi - una volta constatane la impossibilità - a chiedere una riconsiderazione generale della strategia del partito che ha portato poi alla posizione unitaria del direttivo. Ho detto e ribadisco: "constatata l'impossibilità". La prima constatazione è nata in relazione alle candidature da proporre alle primarie o alle asemblee. Su queste nel PD c'è stata sempre una grande confusione. Si è parlato di una candidatura Aldo Natoli sebbene fosse chiaro fin da gennaio (dal mio incontro avuto con lui e altri) che questa non esisteva; si è parlato di una candidatura Angelo Merenda ma non si capiva bene da chi veniva avanzata e se Merenda accettava la verifica della assemblea ( in un comunicato della settimana scorsa sembrava escluderlo). Nella riunione del direttivo con Genovese è apparso chiaro che il partito era non diviso ma frantumato in diverse posizioni. C'era chi voleva schierarsi con Giorgianni e c'era chi voleva Merenda, chi Aldo Natoli, chi continuava a sostenere l'assemblea per scegliere il Sindaco. La conclusione di Genovese, comunicata a diversi partecipanti, fu che seppure la posizione che voleva Giorgianni fosse minoritaria era la più corposa nella frantumazione delle altre. E proprio constatando questa situazione io decisi che la mia disponibilità a porre una candidatura in assemblea non ci fosse più. Continuai però a sperare che si potesse fare una assemblea pubblica con diversi candidati. Chi? Forse Ersilia Paino, forse Angelo Merenda, forse Ciccio Rizzo.... E per questo mi sono messo a valutare le diverse posizioni partecipando ad incontri ristretti e allargati. Ma ho constatato che ciascuna di queste posizioni si riteneva titolata a candidarsi senza confronto con altri. Ersilia puntava sulla domanda di novità che riscontrava nella gente e che si era manifestata prepotente ed esclusiva in una assemblea a Pianoconte. Ciccio Rizzo era ancora indeciso se partecipare alle primarie del Pdl. Angelo Merenda la sera di mercoledì scorso al MEA annunciava di fatto la sua candidatura e l'impressione che ne ricavavo era che tramite la sua immagine rischiava di riciclarsi una gran parte del Pdl in avaria irrimediabile perchè incagliato nella baia di Lipari per colpa del capitano Bruno Schettino. Con chi doveva farsi questa assemblea? Si era perso troppo tempo. Forse bisognava stabilirla già a fine gennaio o comunque nel direttivo con Genovese. Ma non mi pare che in quelle occasioni ci sia stato chi abbia fatto una grande battaglia per questo obiettivo. Tutti abbiamo sempre giocato al rinvio compreso Gianni. Ed è nata così l'idea di evitare che il PD finisse nelle secche e cercasse invece un decoroso compromesso con il Patto per le Eolie. Questo compromesso prevede alcune cose nuove: - prevede l'assemblea che deve sancire l'alleanza fra il PD e il Patto e varare la base programmatica del cartello elettorale; - prevede che venga eletto un presidente coordinatore dell'alleanza che probabilmente sarà del PD; - prevede che questo presidente faccia la proposta all'assemblea del candidato sindaco e che l'assemblea la sancisca probabilmente per acclamazione. E' chiaro che l'assemblea sancirà la candidatura di Giorgianni che a questo punto vince perchè è l'unica credibile rimasta in gara. C'erano altre strade per il PD? Non credo. Il rischio concreto era quello di assumersi il compito di fare rientrare dalla finestra i pdllini responsabili dello sfascio, usciti dalla porta oppure quello di condannarsi all'insignificanza elettorale. Così invece, attraverso una assemblea pubblica, rilegittima la candidatura di Marco e la fa divenire una proposta forte da sostenere con una giunta ed una maggioranza in consiglio altrettanto forte. Michele Giacomantonio

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/10/2012

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