Gazzetta del Sud
Un'altra occasione irripetibile all'orizzonte. E Messina rischia di farsela sfuggire. La rimodulazione dei fondi europei per la Sicilia di cui si sta già occupando il ministro Barca impone adesso una serie di scelte. Servono progetti da presentare alla Regione per poter usufruire dei fondi e, neanche a dirlo, occorre fare in fretta. Non vi è nessun termine perentorio ma entro i prossimi 90 giorni la nostra provincia dovrà scoprire le sue carte, altrimenti resterà, more solito, a bocca asciutta. I particolari di questa "nuova" corsa contro il tempo sono stati al centro dell'esecutivo Cisl di ieri a Messina, presieduto dal segretario regionale Maurizio Bernava e da quello provinciale Tonino Genovese. Per i vertici del sindacato è necessario mettere in campo sin da subito una sorta di task force capace di "ripensare" Messina, partendo dalla valorizzazione della sua centralità nel sistema di mobilità siciliano e meridionale. La Cisl chiama a raccolta le istituzioni (e non solo) invocando innazitutto uno scatto d'orgoglio. Al centro dei lavori dell'organo che riunisce i segretari di Federazione si sono affrontati i temi nazionali della riforma del mercato del lavoro ma anche, e soprattutto, i riflessi sul territorio che, proprio secondo Genovese, necessita di una rivitalizzazione di azioni per una nuova e migliore occupazione. «La nostra provincia – ha detto – presenta condizioni di lavoro sempre più problematiche e difficili e in questo senso stiamo portando avanti l'iniziativa del Tavolo provinciale su lavoro, sviluppo, legalità con le associazioni degli industriali, datoriali e sindacali. Questa attività può e deve andare nella direzione di un confronto con le amministrazioni per arrivare alla eliminazione degli sprechi e a un impegno per lo sviluppo produttivo. Bisogna – ha precisato il segretario della Cisl – utilizzare e approfittare della rimodulazione dei Fondi europei che il ministro Barca sta mettendo in campo in Sicilia».
Un invito, quello di Genovese, ma anche un'ammonizione. «È importante e fondamentale che anche la provincia si renda partecipe di queste scelte – ha affermato – altrimenti il rischio è che il nostro territorio resti suddito tra i sudditi. Non possiamo stare sempre a lamentarci, è un modo di fare e di essere che non possiamo più permetterci. La nostra capacità di riscatto – ha sostenuto – nasce dall'essere uniti, così come vogliamo fare perché non possiamo continuare a buttare sale nell'erba del vicino e continuare a farci male tra noi. Tutti insieme e tutti uniti dobbiamo rivendicare fattori importanti di sviluppo del nostro territorio a cominciare da una cosa fondamentale, quella di una riorganizzazione del sistema di mobilità all'interno del nostro comune e della nostra provincia, soprattutto oggi che i lavori del ponte sullo Stretto sono stati messi in naftalina».
Per Genovese occorre allora un ridisegno di tutto il sistema della mobilità logistico e infrastrutturale che faccia rinascere Messina sia sul piano della qualità della vita che della mobilità di persone e merci nella direzione di uno sviluppo economico e sociale. Un tema, quello dello scatto d'orgoglio, ripreso dal segretario generale della Cisl Sicilia, il messinese Maurizio Bernava. «La nostra provincia fa bene a ritrovarsi attorno alle iniziative di un Tavolo che unisca imprenditori e rappresentanti dei lavoratori perché rischia di essere tagliata fuori dalla rimodulazione dei Fondi europei che riguardano la Sicilia. È bene che attorno a questo il mondo imprenditoriale e del lavoro indichi le linee di strategia futura, ovvero quale modello di sviluppo immaginare nei prossimi anni. Così come la Regione deve legare la sua programmazione dei prossimi due anni – ha fatto notare Bernava – pure Messina deve fare altrettanto. E credo che la riorganizzazione della mobilità, facendo diventare strategico il nodo ferroviario, debba rappresentare un punto nevralgico del trasporto integrato con bus, treni, attraversamento. Questo deve essere il fulcro principale del futuro della città dello Stretto, insieme con la messa in sicurezza del territorio, alla lotta contro il dissesto idrogeologico. Punti che possono diventare elementi centrali e fulcro degli investimenti. Ma tutto deve essere pensato e realizzato in tempi rapidi».
E c'è un paradosso, quello della dotazione infrastrutturale. Sotto questo profilo la città non appare messa male e proprio per questo, rispetto ad altri centri siciliani, rischia di rimanere fortemente penalizzata dal piano di rimodulazione europea, a meno che, appunto, non riusciremo a proporre progetti.(t.c.)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/20/2012
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