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Si è dimesso il presidente della commissione Grandi Rischi, il fisico Luciano Maiani. Lo ha comunicato all'ANSA lo stesso Maiani, che ha preso la decisione all'indomani della sentenza del tribunale dell'Aquila. "Non vedo - ha detto - le condizioni per lavorare serenamente".
Dimissioni per tutti i vertici della commissione Grandi Rischi. Dopo il presidente, si attendono quelle del vicepresidente Mauro Rosi e quelle del presidente emerito, on. Giuseppe Zamberletti. Lo ha detto all'ANSA il fisico Luciano Maiani.
I geologi USA: "Scienziati condannati nel Paese di Galileo"
La condanna ai sismologi italiani per il terremoto dell'Aquila "è avvenuta nel paese natale di Galileo. Certe cose non cambiano mai". E' la conclusione, amara, del comunicato con cui il ricercatore Michael Halpern, della ong americana Union of Concerned Scientists, critica la sentenza agli scienziati della Grandi Rischi. Halpern si occupa da tempo di "interferenze della politica nella scienza".
Boschi: non capisco
"Non capisco ancora di cosa sono accusato, di quale negligenza. Proprio io, che ho dedicato una vita alla ricerca sismica". Così, intervistato dal Messaggero, l'ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Enzo Boschi commenta la sentenza di condanna da parte del giudice del tribunale dell'Aquila per i membri della Commissione Grandi rischi.
"Io non ho mai rassicurato nessuno - spiega - Vi sfido a trovare un solo articolo di giornale, una sola trasmissione televisiva, una dichiarazione alla stampa in cui io l'abbia fatto. Né a L'Aquila, né altrove". "Registravamo uno sciame sismico diffuso in quel periodo - prosegue - e ne informavamo ogni volta, tempestivamente, la Protezione civile. Questo facemmo".
Chi decide l'evacuazione?
Non sono gli scienziati a decidere le evacuazioni di massa, precisa, "ma i politici, gli amministratori, la Protezione civile. A noi toccò il compito di dare tutte le
informazioni possibili sulla potenzialita' sismica di questa regione".
Boschi sottolinea che è "impossibile" prevedere i terremoti: "Non c'è nessuno nel mondo scientifico che oggi sostenga il contrario". "In Italia ogni anno si registrano
cinque-seimila scosse di terremoto. Ma non per questo si decidono evacuazioni. In Calabria, nella zona del Pollino, se ne sono registrate duemila negli ultimi mesi, altri fenomeni importanti nel Gargano e sui Monti Nebrodi, in Sicilia, ma nessuno ha fatto niente". L'unica arma contro i terremoti, aggiunge, è "fare prevenzione".
Gli esperti californiani: assurdo
"E' assurdo condannare gli scienziati per il terremoto dell'Aquila. Il problema era che non esisteva un sistema efficace per comunicare il pericolo, e prendere misure, e non mi sembra che il governo italiano abbia fatto passi concreti per crearlo", dice Tom Jordan, direttore del Southern California Earthquake Center, sismologo che ha presieduto la Commissione Internazionale sulla Previsione dei Terremoti per la Protezione Civile, riunita all'Aquila dopo il disastro.
Ai colleghi italiani, spiega, "venne posta la domanda sbagliata. E' chiaro che sulla base dell'attivita' sismica dei giorni precedenti, c'era stato un aumento delle probabilita' di un evento maggiore. Ma se mi avessero chiesto di prevedere la possibilità che avvenisse un terremoto piu' forte, anche io avrei scommesso contro". "Stiamo parlando di incrementi delle probabilita' intorno all'1%. In situazioni del genere, a chi tocca decidere cosa fare? Io penso che i sismologi debbano essere chiamati solo a dare risposte scientifiche, in termini di aumento percentuale delle probabilità. Poi deve esistere un sistema automatico, in base al quale le autorità governative stabiliscono le misure da prendere".
Gli scienziati tedeschi: esterrefatti
La sentenza che a L'Aquila ha condannato a pene detentive sei scienziati per non aver saputo calcolare il momento esatto in cui sarebbe avvenuto il terremoto lascia "esterrefatti" gli scienziati tedeschi. "Sono esterrefatto per questo giudizio scandaloso", dichiara allo Spiegel Martin Meschede, della Società tedesca di Geofisica. "Consigliero' ai miei colleghi di non dire piu' una parola in merito alla valutazione dei rischi", aggiunge lo scienziato, titolare di una cattedra all'universita' di Greifswald. Riferendosi ad una possibile futura eruzione del Vesuvio, Meschede si chiede: "Quale scienziato avrebbe voglia di esprimersi sul pericolo di eruzione del vulcano con una situazione giudiziaria del genere?"
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 10/23/2012
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