blogsicilia.it
Un tesoretto di 3 miliardi di euro di entrate tributarie non riscosse. E’ il vero nodo dei conti traballanti della Regione siciliana che deve far fronte all’incapacità fin qui dimostrata di esigere le tasse dai cittadini per equilibrare i propri saldi finanziari. La questione ormai arcinota è appunto quella dei residui attivi: crediti iscritti in bilancio ma che la regione non riesce da anni ad esigere.
A Riscossione Sicilia, la società regionale che si occupa di incassare ed esigere il saldo delle entrate tributarie sono stati consegnati dall’Agenzia delle entrate ruoli di pagamento per l’ammontare di 3 miliardi per il mancato pagamento di Irpef, Tarsu, contributi previdenziali, bollette dell’acqua e multe. Un rilievo contenuto nel giudizio di parifica del bilancio regionale che la Corte dei Conti ha rilasciato venerdì scorso e che mette in evidenza un sostanziale peggioramento nella macchina della riscossione regionale fra il 2011 e il 2012: la provincia da cui Riscossione deve incassare l’ammontare più alto di tasse non riscosse è Catania da dove si attendono 709 milioni di euro a fronte di entrate effettivamente riscosse nel 2012 per quasi 46 milioni.
Palermo ha contribuito con 52 milioni di entrate tributarie versate a fronte di una somma dovuta di quasi 638 milioni di euro. A Messina le cartelle esattoriali emesse valgono 395 milioni di euro ma quelli effettivamente versate superano di poco i 33 milioni di euro.
Brillano per evasione anche le province di Trapani (19 milioni versati a fronte di 339 dovuti), Agrigento (dove a fronte di cartelle esattoriali per 333 milioni sono stati riscossi crediti per 16 milioni di euro).
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/30/2013
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!