Corriere della Sera
Uno studio sulle esperienze in qualche modo parallele di Drieu La Rochelle, Aragon e Malraux, famosi scrittori e intellettuali francesi «tutti e tre formatisi in un incandescente clima politico e culturale nel periodo tra le due guerre». E poi una storia della cultura russa tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, «un vasto affresco che comincia dagli splendori del Settecento imperiale e che arriva a comprendere pure le drammatiche vicende dell'epoca sovietica e quelle maturate da molti scrittori e artisti costretti all'esilio dall'Urss». Infine qualche testo letterario, per esempio i racconti di un'erede di Turgenev e Maupassant come Irène Némirovsky, che fu annientata dalla macchina dello sterminio nazista di Auschwitz, nel 1942. Sono questi i libri che Giorgio Napolitano metterà in valigia sabato, al momento di partire per qualche settimana di pausa d'agosto. Cinque giorni li trascorrerà a Stromboli, l'isola delle Eolie che fu mèta di molte sue estati prima che l'impegno del Quirinale imponesse a lui e alla sua famiglia particolari vincoli di protocollo, cerimoniale e sicurezza, subìti con una vaga insofferenza dalla moglie Clio. Subito dopo si sposterà in Sardegna per una parentesi un pò più riservata e protetta, ospite dell'ammiragliato della Marina militare, alla Maddalena. In un luogo come nell'altro, il presidente della Repubblica alternerà ai bagni di sole, alle nuotate e agli incontri con vecchi amici, la lettura di saggi e romanzi scelti di persona. È una sua consuetudine, racconta, quella di «corroborare in questo modo il riposo». Per far sì — immaginiamo — che la vacanza non diventi una «vacatio» da tutto, un vuoto. Cioè il torpore incosciente e opaco nel quale, secondo il poeta Andrea Zanzotto, «galleggia beatamente, rassegnata e senza memoria, una larga parte della società italiana». …Sono stati mesi faticosi, ammette Napolitano. «Gli ultimi mesi, certo, come pure i due anni che li hanno preceduti, carichi di tensioni e culminati nell'amara decisione di sciogliere anticipatamente le Camere, prima che si aprisse la fase delicata di oggi». Una fase nella quale il Colle ha dovuto far sentire tutto l'equilibrio e la fermezza di cui dispone. Ora, per qualche settimana, anche la politica andrà in vacanza: che cosa c'è da augurarsi? «Che questo periodo serva come pausa di riflessione per tutti. In vista di un autunno nel quale si apra davvero un confronto produttivo (dialogo è una parola che non vuole più usare, ndr) per le riforme e non soltanto per quelle», incita il presidente, ripetendo il «messaggio in bottiglia» da lui lanciato ormai molte volte.
Marzio Breda
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 8/7/2008
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