Il castello di Lipari è probabilmente, fra tutti i luoghi di interesse storico ed artistico, quello con maggiore maestosità. È stato inoltre per molti secoli il centro nevralgico delle Eolie. La struttura non è stata solo luogo di difesa e di sicurezza, ma nel corso dei secoli ha anche ospitato strutture religiose. Le caratteristiche del castello, ne hanno fatto una delle strutture più sicure e strategicamente più moderne degli ultimi secoli. Il castello, si affaccia sul mare e le sue mura sono alte più di 50 m, le pareti si sviluppano verticalmente e sono praticamente inaccessibili, costituendo una vera e propria fortezza naturale.
Questa fortezza è attualmente circondata da una possente cinta muraria, voluta dagli spagnoli sotto la dominazione di Carlo V intorno alla metà del 1500 che, a causa dell’incursione del 1544 di Barbarossa con la conseguente distruzione e deportazione di buona parte degli abitanti, decise di far disporre alla città di un affidabile sistema difensivo. Le possenti mura furono realizzate e provviste di feritoie, aventi la funzione strategica di veri e propri punti d’osservazione per rispondere agli attacchi nemici. Le torri normanne del lato nord, risalenti al XII secolo, furono inglobate insieme ai resti delle fortificazioni medievali e di quelle più antiche risalenti all’età greca nelle mura spagnole. Ancora oggi la torre-ingresso normanna rappresenta l’ingresso principale al castello ed è sita nell’attuale piazza Mazzini di Lipari. Nel castello inoltre è stato realizzato un grosso portone nella cui sommità vi è esposto lo stemma con l’aquila, simbolo dei Borboni, segno che anche la dinastia dei Borboni è stata presente sul territorio isolano. Il castello è stato inoltre sede di strutture religiose come la chiesa dell’Addolorata risalente al XVI secolo e l’ormai dismessa chiesa di Santa Caterina, realizzata dal XVI al XVIII secolo. Lipari dunque ancora oggi custodisce una delle opere più imponenti e maestose dell’arcipelago eoliano, che il tempo e le dominazioni straniere non sono riuscite ad erodere.
di Adriano Nicosia
Data notizia: 10/29/2014
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