“Cinque giorni per mare, alla scoperta di uno dei più begli arcipelaghi del mondo. Una manciata di pietre luccicanti, di bianchi lapilli, di sabbie nere col cuore di fuoco, sparse a fianco della Grande Isola”.
Ecco una frase tratta da “Dove il vento suona (viaggio nelle Eolie)” del celebre scrittore francese Alexander Dumas (1803-1870).
Noto per i suoi romanzi di tipo storico e per essere colui che diede vita al celebre “Conte di Montecristo”, Dumas intraprese un viaggio culturale ( Grand tour) che lo portò nel 1835 a visitare le isole Eolie, descrivendo queste come “meraviglie ineguagliabili, scoperte ai confini del mondo”; fu la curiosità per quei luoghi e i suoi abitanti a spingere lo scrittore e drammaturgo francese a tenere un diario di viaggio, che poi si trasformò nell’opera sopracitata. Nasce così la descrizione di un viaggio, a tratti dipinto in termini che si accostano allo stile dantesco, che ha come protagonista indiscussa la cultura e lo splendore di posti paradisiaci, di cui la sua vista poté godere quando con l’amico Jadin (pittore) ed il cane Milord osservò e assaporò ogni aspetto della vita da isolano, compiendo così uno studio non solo geografico e culturale sotto i vari aspetti, ma soprattutto antropologico.
Ecco allora come memorie preziose ed uniche diverranno le pagine di un diario scritto quasi per caso, divenendo un vero e proprio reperto storico, dove vi si trova la pura curiosità dell’intellettuale, il quale non trova coinvolgimento e consuetudine in quelle “vite incomprensibili” dei miseri pescatori di Alicudi, o ancora, ” al distacco della vita di quella famiglia liparese che aveva perduto un bambino e davanti al suo corpo inanimato si attaccava senza disperazione alle piccole cose giornaliere”. Un ulteriore finestra su di un mondo in cui, grazie a tale testimonianza, è possibile immergersi e vagare tutt’ora.
Di Chiara Cannuli
Data notizia: 11/13/2014
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