L’appellativo di Capo Graziano, famosa località dell’isola di Filicudi, deriva dalla traduzione errata dal dialetto di “crapaziano”, da “crapa/crapazza” e dà il nome a una cultura del periodo del Bronzo antico (3° millennio a.C.). Capo Graziano, infatti, costituisce la sede di importanti scavi archeologici, rilevando la presenza di un villaggio preistorico risalente al XVI secolo a. C. con una ventina di capanne dalla forma ovale, alcune delle quali con struttura a “spina di pesce”, poste su un promontorio del versante occidentale della montagnola a circa 100 m sopra il livello del mare; all'interno di esse sono state rinvenute ceramiche di produzione autoctona appartenenti al periodo di Diana, ritrovate anche nella sponda meridionale del porto. Altre ceramiche di stile proto-micenee ci consentono di capire come il villaggio abbia continuato ad evolversi fino al 1430 a.C., quando, probabilmente, ha cessato di esistere in seguito ad una violenta distruzione. Capo Graziano, inoltre, custodisce nei suoi fondali marini millenni di storia, tanto da permettere l’ istituzione di un museo sottomarino accessibile solo ai sub più esperti in possesso di un brevetto avanzato. Sono ben undici i relitti (di cui 9 greco-romani) adagiati nel fondo del mare a causa dei naufragi dovuti alla secca: ricordiamo il relitto A, datato nella metà del II sec. a. C., il relitto C, risalente all'età augustea, il relitto E, scoperto nel 1968 appartenente a una nave da guerra spagnola del XVII/XVIII secolo, il relitto F, della prima metà del III sec. a. C., e il relitto del “Città di Milano”, una posacavi della Marina affondata nel 1919 per l’esplosione di una caldaia nell'impatto con la secca. Da millenni quindi, l’insidiosa secca, scoglio affiorante quasi all'imboccatura del porto antico, ha tradito le navi che cercavano rifugio dal maltempo, provocando diversi naufragi tanto da essere etichettata come “mangiatrice di navi”.
Nel fondale si possono ammirare numerose anfore, vasellame e corredi, alcuni dei quali sono conservati nella sede del museo di Filicudi intitolato a Bernabò Brea, diviso in cinque aree espositive e situato nel porto in una caratteristica abitazione eoliana.
Questo è l’affascinate mondo di Capo Graziano.
di Alessandra Leone
Data notizia: 1/13/2015
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