I nomi delle Isole Eolie - 2° parte

L’Isola di Vulcano era, anticamente, conosciuta sotto il nome di Hierà, la sacra. Era considerata la dimora del Dio dei Venti, Eolo. Isola importante per antichi e studiosi, la mitologia greca la designava come sacra agli occhi del Dio Vulcano ed è proprio da questa credenza che deriva il suo attuale nome.
La più lontana e la più orientale dell’Arcipelago, Stromboli, era chiamata dagli antichi Strongyle, la rotonda. Successivamente, il nome è stato rielaborato nel siciliano “strummulu”, che significa “trottola”, fino ad arrivare all’odierno “Stromboli”. Era, inoltre, definita il “faro del Tirreno”, grazie ai suoi bagliori intermittenti che, di notte, erano visibili sin da grande distanza. Oggi, viene affettuosamente chiamato “Iddu” da coloro che ci abitano, in riferimento alla natura divina che, in passato, era stata attribuita alla potenza incontrollabile della sua attività vulcanica.
Filicudi era anticamente chiamata Phoenicusa, che significa “ricca di felci”; questo nome deriva dal sostantivo greco phoinix, che in greco antico indica la palma nana da sempre molto diffusa sull’Isola. Filicudi è la più vecchia geologicamente dell’Arcipelago Eoliano, insieme ad Alicudi. Quest’ultima era conosciuta sotto l’antico nome di Ericusa, grazie alla ricca vegetazione di erica di cui l’Isola è coperta. La pianta dell’erica è parte integrante della storia e della vita degli isolani, i quali la utilizzano per fare la copertura per le capanne o, con la radice, i fornelli da pipa.
Panarea, la più piccola dell’Arcipelago con i suoi 3,4 kmq di superficie, è stata battezzata diverse volte nel corso della storia. Ognuna delle popolazioni che la ha abitata, le ha assegnato un nome differente: Euṓnymos, dal greco “di buon nome”, “prospera” e “che sta a sinistra”; Hikesìa, che significa “la supplice”; infine, Pagnarea dal quale è derivato l’attuale Panarea, che ha fatto la sua prima comparsa nella cosmografia ravennate.

di Francesca Zampaglione

Data notizia: 12/4/2015