Un gruppo di studiosi dell’Università di Firenze ha scoperto delle novità riguardanti le eruzioni del vulcano Stromboli. È stata una squadra di ricercatori del Laboratorio di Geofisica Sperimentale, struttura di ricerca del dipartimento di Scienze della Terra, a rivelarli, dopo aver studiato la struttura e le eruzioni del vulcano. A partire dal 2002 e per sette anni, questi studiosi hanno osservato con un monitoraggio quotidiano l’attività di Stromboli, per poi pubblicare il risultato della ricerca sulla famosa rivista scientifica Nature Communications, “Volcano seismicity and ground deformation unveil the gravity-driven magma discharge dynamics of a volcanic eruption”. L’obiettivo della ricerca era di mitigare il rischio vulcanico. Tra le nuove scoperte vi è un’inaspettata provenienza delle colate di lava: si è sempre creduto che provenissero da un magma collocato ad una profondità di circa 7-10 chilometri, con effusioni incanalate nelle bocche laterali. In realtà, analizzando la deformazione del suolo e le scosse di terremoto, questi studiosi hanno notato che le eruzioni sono prevalentemente scatenate da magma, già presente nella struttura del vulcano, parte alta compresa. Di conseguenza, sembrerebbe che le eruzioni siano collegate direttamente all’azione della forza di gravità con un’effusione più forte dalle bocche inferiori e che diminuisce salendo in altezza.
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di Francesca Zampaglione
Data notizia: 10/2/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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