Dulcis in fundo, come ogni fine pasto che si rispetti, l’arcipelago eoliano non poteva che deliziare i palati dei suoi ospiti con dolci tipici, che richiamano la tradizione popolare delle sette isole.
Ad ogni festa il proprio dolce, a cominciare dagli “spicchiteddi” di vino cotto, che non possono di certo mancare a Natale, e ai “gigi” di Carnevale, bastoncini fritti di farina e vino cotto il cui gusto è un mix di sapori simili alle tradizionali chiacchiere, alle zeppole venete, agli struffoli e alle frappe romane. E visto che la festa di San Giuseppe è passata da poco perché non riproporre i “vastidduzzi”, con uva passa e mandorle.
Dolci secchi, difficili da reperire negli ingredienti, eppure la spiegazione è semplice e affonda ancora una volta le sue radici nella tradizione contadina che utilizzava ingredienti poveri ma gustosi per celebrare avvenimenti importanti come cresime o battesimi.
Ma come legare tra loro le varie portate se non con la Malvasia, regina indiscussa della tavola. Prodotta in ogni isola dell’arcipelago, è in grado di accompagnare ogni pasto con le sue varianti, rendendola ideale da gustare insieme ai sesamini ( biscotti al sesamo) e ai pipparelli che legano al miele e alle mandorle l’essenza dell’arancia.
Un viaggio tutto da scoprire quello che caratterizza le sette isole patrimonio dell’Unesco, appagando i cinque sensi anche in cucina.
di Carmen Peluso
Data notizia: 4/13/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!