Le sculture nipponiche sono quasi sempre realizzate in legno di cipresso e torreya. La grana fine e la bella tessitura di queste essenze permettono la realizzazione di opere morbide e raffinate, ma anche forti ed espressive. Esposti anche, oltre alle sculture in legno, oggetti di metallo che servono e servivano a decorare i templi, utilizzate nelle feste buddiste. Ventuno opere summe, per un totale di trentacinque pezzi, che spaziano dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333), sono esposte per la prima volta in Italia; molte di queste opere sono difficilmente trasportabili e, anche in Giappone, non sono facilmente accessibili, perché esposte nella semioscurità di templi e santuari o protette in collezioni di grandi musei nazionali. La scultura lignea è tecnica suprema nella tradizione buddhista: ogni opera richiama stati di consapevolezza e sentimenti diversi, come la meditazione e l’azione, la quiete o l’ira, la comprensione o la paura.
La scultura buddhista, insieme alla scrittura e agli insegnamenti buddhisti, introdotta in Giappone dalla Cina, attraverso la penisola coreana, è molto ricca ed influenzata dalla storia e dalla religione. La ricerca spirituale è una delle caratteristiche fondamentali dell’estetica giapponese e, nel caso della scultura, il risultato è particolarmente evidente. Le opere presenti in mostra esprimono scuole di buddhismo e insegnamenti differenti, sono legate alla funzione rituale e allo stile del tempio che le ospita, richiamano caratteristiche ed emozioni diverse a seconda della figura rappresentata: calma e semplicità estreme, il sorriso sul volto enigmatico del Buddha, la ricchezza di vesti, acconciature, gioielli e l’eleganza legata alla moda di principi indiani. Per un pubblico giapponese e non. Fino al 4 settembre.
di Daniela Bruzzone
Data notizia: 7/22/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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