- Da quanto tempo esercita con tale maestria la sua arte?
«Con l'immaginazione probabilmente da sempre. Ma l'intuizione la decisione e la determinazione di trasformare la mia variegata produzione artistica in "lavoro" o meglio in "essenza", è nata e si è consolidata da una dozzina di anni a questa parte. E sì! Coincide, per nulla casualmente, con il mio trasferimento alle Eolie e in Sicilia in generale.
Tutto è cominciato dal mio impatto con questa terra così generosa di ispirazione e stranamente vi confesso che tutto è iniziato non dai segni ma dalle parole, o meglio da alcune poesie che ho scritto che sintetizzano il mio amore per queste isole e di cui uscì una silloge di testi dal titolo "Isole Brade" pubblicata nel 2005. Contemporaneamente dipingevo. E il passo fondamentale successivo fu lavorare con i bambini delle scuole. Corsi di ceramica e di riciclo creativo. Io insegnavo loro le tecniche della ceramica o del collage. Ma alla fine ho capito presto che sarebbero stati loro una fonte inesauribile di creatività e di stimoli genuini e autentici».
- Il suo atelier a Lipari si affaccia sulla Marina Corta, cosa la ispira?
«Mi piace definirlo un po’ a metà tra una grotta marina e un antro vulcanico. Giacché anche cromaticamente "se la giocano" i toni del blu azzurro del mare e quelli del nero rosso dello Stromboli con della sua vena lavica. Quello che tiene insieme un po’ tutta la mia variegata produzione è però sempre un "filo rosso" ben visibile che accompagna tutto: dalle tele materiche e a tratti inquiete / alla linea di design ceramico dell’alice attonita invece così divertente e solare. Tutto esprime un'anima mediterranea, tutto esprime la dicotomia della mia personalità: solare quanto lunare. Tutto emana ciò che mi circonda e che tento di trasporre in arte attraverso il canale della mia personale esperienza.
La vita alle Eolie non è affatto facile soprattutto nei mesi invernali, ma quando apro le finestre su quella che chiamo “la mia marina” ogni mattina , ricordo perfettamente perché sono qui. E allora l'amore per queste isole risplende nuovamente intatto dopo "tanticchia" di tempesta. Mi piace andare in spiaggia di inverno, raccogliere pezzi di mare e lasciarli in laboratorio fino a che non capisco cosa ne verrà fuori, finché non saranno loro a "chiamarmi" per venire fuori. Sotto forma di gioiello contemporaneo e insieme primordiale o di scultura. Tutto verrà partorito a tempo debito o piuttosto non avrà luce affatto. Il mio atelier poi lentissimamente apre le porte in tarda primavera seguendo i ritmi dell'isola. E mi piace pensarlo come un luogo di incontri e scambi di umanità di storie di energie. Ho conosciuto persone incredibili e mi piace pensare che anche loro, attraverso me, abbiano compreso e amato un po’ di più le Isole. Senza finzioni sceniche. Io le Eolie le racconto come sono. Aspre e forti / dolci e mitiche…»
Data notizia: 12/17/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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