Grazie Canneto !

Grazie Canneto ! Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Rosaria Corda. Il testo: Amo trascorrere parte del mio tempo libero camminando per le strade dell'isola. E' un ottimo esercizio per mantenere la forma fisica (e con piacere noto che non sono l'unica a pensarla così), aiuta la mente a rilassarsi, favorisce la riflessione e offre la possibilità di "toccare" da vicino lo stato in cui si conserva o si evolve il nostro territorio. Una delle ultime "scoperte" ( per onestà forse la migliore che mi è capitata fino a questo momento), ho avuto il piacere di farla, passeggiando in uno degli ultimi pomeriggi con lo scirocco che già avanzava, in compagnia della mia piccola Martha e del cagnolino Ruby.Ho potuto rivivere, e al tempo stesso rendere partecipe la piccola, di una fetta della nostra vita eoliana che ci ha proiettate indietro nel tempo, e mi ha regalato un pezzetto della mia memoria di bambina, attenta e curiosa ai racconti degli anziani, che si sono materializzati osservando le CAPANNE di Canneto. Mi riferisco alla gradevolissima iniziativa che gli abitanti della frazione hanno voluto realizzare in occasione del Santo Natale. In un percorso a catena, tra la Marina Garibaldi e la Cesare Battisti, sono stati ricreati storici "momenti" di vita quotidiana che riescono a dare il senso della continuità tra le tradizioni di un passato neanche troppo lontano (mestieri, oggetti, modi di vita, gerghi, ancora in uso), e il modo attuale di considerare la vita. Astenendomi dal fare considerazioni sul diverso modo di concepire il vivere attuale, se esso veramente rappresenti una conquista di progresso o meno, voglio invece soffermarmi sul piacere semplice e puro che ho provato nel cercare di descrivere ad una bimba di otto anni, come vivevano i nostri nonni e avi, quali erano i lavori e gli attrezzi che si utilizzavano, il perchè dell'uso del dialetto e del soprannome. Ho considerato che avevo quasi dimenticato gli stornelli e le piccole poesie legate alla vita comune delle donne impegnate a trascorrere il tempo creando piccoli capolavori di ricamo e maglieria, che pure da piccola avevo ricevuto dalla viva voce di nonne e prozie. Avevo decisamente rimosso il senso stesso del tempo che passa, e mai inutilmente. Alcune rappresentazioni, fortunatamente, sopravvivono ancora e l'augurio più appropriato forse è quello che riescano ancora a produrre effetti per le generazioni future, come le Capanne dedicate al mestiere del pescatore, del fruttivendolo, del panettiere, del barbiere. Un pochino di nostalgia per i mestieri praticamente estinti, dal calzolaio allo stagnino, dal panieraio alla ricamatrice. Ma la cosa più bella è averne reso una testimonianza visiva, che dal mare alla campagna, ci consente di trasferirla sopratutto ai più piccoli e anche a quanti decideranno, da turisti, di trascorrere le feste con noi. Forse le famiglie e le attività commerciali che hanno aderito a questo progetto non si sono realmente rese conto che hanno creato un vero e proprio museo etnoantropologico all'aperto. Qualcosa che non dovrebbe essere dismesso all'indomani dell'Epifania, ma trovare una giusta e decorosa collocazione in modo da poter diventare patrimonio di tutti e al quale tutti possano contribuire apportando oggetti e ricordi che appartengono alla nostra terra, per sempre. Cari "Cannitari", in quest'ottica con la quale vi siete proposti, semplice ma estremamente efficace, credo di potermi sentire impegnata e al fianco di quanti, come voi, intendono conservare la storia passata per costruire quella futura. Intanto, vi dico con tutto il cuore GRAZIE! E voglio dirlo anche a nome di quanti non sanno più pronunciare questa parola che unisce sempre e mai divide. GRAZIE, perchè non avete ceduto il passo al pessimismo di un tempo in crisi e di crisi. GRAZIE, perchè ci ricordate che le mani dell'uomo servono ancora a costruire e non solo a distruggere. GRAZIE, per questo messaggio sottinteso (che è quasi un grido silenzioso), che ho creduto di interpretare e che ci deve richiamare alla solidarietà affinchè le difficoltà di alcuni, diventino motivo di impegno comune, senza distinzione di colore e ideologia, senza campanilismi e ipocrisie. Una lezione che non si finisce mai di imparare: NIENTE SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE! E non ultimo, GRAZIE, perchè abbiamo potuto godere di una "solita" passeggiata in modo nuovo, nella quale non hanno trovato posto la stanchezza e la noia, Martha e Ruby compresi.Un Augurio di Buon Natale e un invito per tutti: Appena il tempo lo consente, lasciamo le macchine e ritroviamoci lungo le strade a scambiarci un saluto, un sorriso, una parola. Servirà a farci sentire meglio, più uniti e più umani.Possiamo cominciare dalle Capanne di Canneto. AUGURI!!!

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/13/2008

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