Lipari- La mucillagine mette sempre più in crisi il comparto pesca. “Non si tratta di un fenomeno transitorio e limitato ma si estende in una vasta area del Tirreno meridionale, costa tirrenica sicula compresa: da Capo Milazzo alle Eolie, da Ustica a Palermo”, ha affermato Giuseppe Gullo di Legacoop pesca Sicilia, organizzazione regionale, emanazione di Lega Pesca nazionale”. Per sollecitare le istituzioni e il governo regionale ad adottare provvedimenti immediati anche gran parte della marineria liparota è pronta a depositare le licenze di pesca in Capitaneria di porto. Si chiedono in particolare la dichiarazione dello stato di calamità naturale e l’immediato fermo biologico della pesca interessata. “ Ciò ha continuato- Gullo- per consentire sia alle professionalità, ma anche alle stesse risorse naturalistiche, di innescare un processo di adattamento e un riequilibrio dell’ecosistema marino, attraverso i piani di gestione e interventi mirati di riposo dello sfruttamento delle risorse”. Per gli addetti ai lavori le lamentale non conoscono tregua. “ Tutti i tipi di attrezzi –dice Antonio Gugliotta, pescatore della stessa Legacoop Pesca di Lipari- dalle totanare, ai cianciali, dal palangaro alla circuizione e persino le normali reti da pesca si impregnano della massa mucillaginosa invisibile che impedisce alle marinerie di pescare da due settimane. Perciò- continua Gugliotta- chiediamo interventi urgenti che aiutino la sopravvivenza dei pescatori già fortemente penalizzati dal notevole aumento del costo del gasolio”( che incide per il 40% nelle spese complessive) Gioacchino Salvini, della Legacoop Pesca di S.Maria La Scala di Acireale, alle Eolie da cinque giorni per una battuta di pesca all’Alalunga, ha invece affermato di essersi spostato a 30 miglia da Ustica verso Palermo e di aver riscontrato una situazione in progressivo peggioramento.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/26/2007
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