Stromboli in eruzione, torna la paura Tsunami

Stromboli in eruzione, torna la paura Tsunami Gianluca Giuffrè, Stromboli- Sono le 14,05, suona una sirena. Tutti scappano fuori di casa. Lo sguardo si posa subito sulla sommità di “Iddu”. Dai villaggi di Stromboli e di Ginostra si vede una lunghissima colonna di fumo bianca e nera che sale verso il cielo azzurro. Lo Stromboli è in eruzione, la sirena suona ancora, poi si blocca poi ricomincia a suonare. E’ il segnale convenuto. Da quel momento in poi nessuno può avvicinarsi al mare. E’ una precauzione. E’ il protocollo. E’ una misura che è stata insegnata alla gente durante le esercitazioni. Ma è anche l’inizio di un panico diffuso. Ma che è successo? A quota 600 metri, lungo il versante della “ Sciara del fuoco” , si è aperta una frattura dalla quale fuoriesce un piccolo fiume di lava che più giù si dirama in due fronti che finiscono, scivolando lungo il costone, fino al mare. Finendo in acqua la lava ribolle e crea fumo bianco e nero che risale lungo la montagna fino al cielo. Il mare è pieno di gorgoglii e si intorpidisce. Qualche pesce comincia a morire per il troppo calore e delle piccole frane di pietrisco finiscono giù sfrigolando dal costone della Sciara. Un momento difficile si registra alle 19,25, quando una frana di dimensioni consistenti ha interessato la Sciara. Torniamo indietro alle prime ore del pomeriggio. Il Coa ( Cenro operativo avanzato) è in allerta. Dalle telecamere non si vede molto a causa del fumo e allora vengono spedite lungo il versante della Sciara delle guide vulcanologiche a fare da sentinella e per verificare il fenomeno. Sono Mario Zaia, Mario Pruiti e Antonio Famularo. I più curiosi tra gli isolani di Ginostra si sono spinti fino a quota 200 metri sul livello del mare, al Pizzo dei Corvi. Da quel punto si vede una bellissima colata e si sente il rumore della lama che scivola lungo il pendio. Dalle bocche sommatali continuano le esplosioni stromboliane, segno di una consistente attività vulcanica con notevole pressione magmatica. Il lato interessato dal fenomeno è quello a nord ovest verso Stromboli, lo stesso della famosa colata del 2002/2003. Fortunatamente il vento è di tramontana e il fumo viene spinto verso l’alto e non verso i centri abitati. Per precauzione la Protezione civile, che sta rinforzando il proprio staff a Stromboli, con l’invio del prof. Bernardo De Bernardinis e di altro personale del Dipartimento nazionale, ha fatto scattare il piano di emergenza. E’ stato vietato l’attracco dei mezzi di linea sull’isola, la nave Pietro Novelli della Siremar è stata messa a disposizione nella rada dell’isola per eventuali interventi urgenti e sono partiti immediatamente gli elicotteri con gli uomini della Protezione civile e il personale scientifico. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, ha raggiunto l’isola con un gommone. Che lo Stromboli fosse in fermento sull’isola si sapeva già da qualche settimana. Dei boati secchi a distanza di pochi minuti venivano avvertiti fino a prima della colata. Boati e tremori che avevano richiamato sull’isola qualche giorno fa il vulcanologo Mauro Rosi. Il prof. Rosi presagiva già l’evento pur non avendo certezze assolute. Secondo lo studioso la lava faceva molta pressione ed era pronta a traboccare, ma la certezza è arrivata solo ieri. Intanto il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, ha invitato alla calma dichiarando che lo Stromboli è in attività e che sono stae attivate tutte le d’emergenza per precauzione. “ E’ solo lava che cola , al momento “, ha aggiunto Bertolaso. “ Il fenomeno è molto più mite rispetto al 2002/2003. Chiaramente la preoccupazione è che la lava possa spingere il costone facendolo crollare in mare- continua- generando un onda di tsunami ed è nostro dovere diramare la procedura d’emergenza. L’invito è di stare tranquilli e aspettare”. A far scattare la procedura d’emergenza è stato il segnale lanciato dal Saar. Lo strumento radar che controlla la Sciara del fuoco e che ha rilevato una deformazione della parete.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/28/2007

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