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Non rompete i piatti sui traghetti Tirrenia: a pagarli sono i lavoratori. Almeno in parte. Tira una brutta aria, accusa la Filt Cgil, sulla compagnia pubblica che si avvia alla privatizzazione: «Spremono i lavoratori come limoni - sostengono Giacomo Santoro e Marco Montarsolo - proprio mentre c’è più preoccupazione per l’immediato futuro». I due in particolare contestano la decisione dell’azienda di applicare l’addebito rotture anche ai marittimi imbarcati sulle navi che operano sulle linee non convenzionate dallo Stato, la Genova-Porto Torres e la Civitavecchia-Olbia. L’addebito rotture è una trattenuta sullo stipendio parametrata sulle forniture - piatti, lenzuoli, etc - ordinate di volta in volta per il fabbisogno della nave ed era stato concordato al momento di stipulare il contratto di secondo livello. «Ma i lavoratori delle linee non sovvenzionate - spiega la Cgil - non hanno integrativo, e quindi sono doppiamente svantaggiati. Hanno uno stipendio più basso di circa un terzo, e nonostante questo subiscono lo stesso la trattenuta in questione». «È previsto dal contratto nazionale» risponde l’azienda rifacendosi all’articolo 29, che parla però di “oggetti in consegna ai lavoratori”. Una norma che riguarda gli strumenti di lavoro, più che piatti e lenzuola. «Per quanto riguarda il fatto che a questi lavoratori non è riconosciuto l’integrativo - continua l’azienda - va detto che era l’unico modo per trasformare alcuni contratti temporanei intempi indeterminati. Nel piano industriale avevamo previsto le risorse per chiudere anche con loro un contratto integrativo, ma quel piano non è mai stato approvato dall’azionista». Che poi, almeno sinora, è il governo.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/8/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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