Maxi Gigliucci

Maxi Gigliucci

Maxi Gigliucci ha un suo spazio nella trasmissione di successo “Festa Italiana”, ma vanta al suo attivo quattro fiction, un film per il cinema, tante pieces teatrali e diversi ruoli in programmi televisivi. Col suo sorriso conquista il pubblico di Rai Uno che gli dimostra affetto e stima sul sito, su facebook, a teatro. Era un bravissimo calciatore, ma un incidente d’auto lo ha fermato troppo presto. Conosce bene la Sicilia, da cui è affascinato. Della nostra isola ama la cucina, la storia, l’influenza normanna, i paesaggi, il folclore, il mare stupendo. Detesta la sporcizia, la mancanza di cura dei posti e la decadenza. “La Sicilia non è attaccata al continente perché deve rimanere a sé. Un valore aggiunto”. Intervistiamo Maxi Gigliucci. Mi racconti il tuo spazio in “Festa Italiana” su RaiUno? Curo la rubrica “ti cerco”, spazio dedicato a ritrovare amori, amici di infanzia, genitori mai conosciuti, figli dati in adozione da sessanta anni, a risolvere situazioni irrisolte. Mi regala belle soddisfazioni, ha un grande picco di ascolti, il pubblico si immedesima e si ritrova nel protagonista della storia. Non giochiamo coi sentimenti e questo viene capito e premiato. Non c’è un po’ di confusione con “Chi l’ha visto” o “Carramba”? Quelle sono trasmissioni storiche. Noi abbiamo uno spazio di un quarto d’ora, c’è un appello, una storia, poi io faccio un riassunto, ripeto i dati più importanti per dare la possibilità a chi ci guarda di registrare le informazioni e risolvere il caso. C’è un numero verde attivo ventiquattro ore su ventiquattro, le persone possono raggiungermi sulla mia email, su face book, sul mio sito www.maxigigliucci.com. A proposito, ricevi tante mail? Cosa ti scrivono le telespettatrici di Rai Uno? Ragazzine innamorate? Mi ringraziano per il mio sorriso, mi dicono che sembro un alieno, sembro normale in un mondo di superficialità e mancanza di valori. Veramente il target è dai sessanta anni in su, persone che dalle due alle quattro possono guardare la televisione. Lo noto anche a teatro. Durante “Il marchese del grillo”, non tanto durante la settimana, quanto la domenica, le signore si fermano per complimentarsi ed anche nei ristoranti i più anziani mi fanno i complimenti e dichiarano di seguirmi quotidianamente. Che progetti hai nell’immediato futuro, Festa Italiana a parte? Sto studiando un copione per un film che parteciperà al Festival di Cannes. A novembre sarò al Teatro Greco con “Due volte Natale” per la regia di Marco Falaguasta. Aspetto la conferma del mese in cui sarò al Teatro dei Servi con “Gemelli diversi” prodotto da Lea Martino, figlia di Luciano Martino (Dania FILM ndr) con Andrea Roncato. Scegli: televisione o teatro? La televisione è una buona vetrina, “Italia sul Due” è stata una buona scuola, a teatro è fortissimo l’impatto col pubblico e le emozioni crescono ogni volta che calchi la scena. Per imparare i tempi televisivi sono importanti anche le telepromozioni. Mi piace giocare in trasmissione con Caterina (Balivo ndr) e fare delle gag con lei, che mi fa intervenire magari durante una telefonata col pubblico. Che rapporto hai con la Balivo? Cosa ti piace di lei? E’ un rapporto bello, tranquillo, fra due coetanei. Io sono amico suo, su me può contare, mi piace darle dei pareri anche sul look e lei fa altrettanto con me. Siamo proprio amici. E poi siamo entrambi del segno dei pesci. Di Caterina mi piace che si è fatta la sua strada senza mai perdere la propria spontaneità, dote che la fa amare dal grande pubblico ma anche dagli amici. Caterina non ha filtri. Torniamo a te. Quale è la caratteristica che ti contraddistingue in tutti i ruoli in cui ti conosciamo, dall’attore al conduttore televisivo? La capacità espressiva a trecentosessanta gradi, mi sento brillante e riesco ad esprimere questa gioia in tv o sulle tavole di un teatro. Quali sono invece i tuoi pregi e i tuoi difetti? Sono umile, umano, solare, abbraccio l’ottantenne e il ventenne con lo stesso trasporto. Sono molto schizzinoso. Troppo. C’è un personaggio tra quelli interpretati a cui sei più affezionato? Quello più distante da me. Don Bastiano, molto sopra le righe e ribelle. Che contenitore ti piacerebbe condurre? Uno spettacolo stile Fiorello, che ha autori di prim’ordine e naturalmente è un grandissimo comunicatore e animatore. Cosa ti piace di Fiore? Il suo prendersi in giro, dire ciò che pensa e farlo risultare una cosa assoluta. Non essere mai volgare, neanche quando dice una parolaccia, e riuscire a conquistare tutti, perché la gente lo ritiene all’unanimità bravo e simpatico. Non c’è una scuola, c’è una dote e la si può perfezionare per esempio con la dizione. La capacità espressiva che acquisti in un villaggio (esperienza fatta anche da Gigliucci ndr) è sicuramente utilissima. Vai a teatro? Vado molto e sono molto critico. Da osservatore e da professionista capisco se sul palco si esprime passione e lavoro, o meno. Volevi fare l’attore da piccolo? Come sei entrato nel mondo dello spettacolo? No, veramente fino ai ventuno anni ho praticato calcio a livello professionistico, dai dodici ai quindici giocavo con Totti, Liverani e Franceschini. A diciotto anni ho avuto un incidente, a seguito di un investimento ho subito diverse operazioni alle ginocchia. Il più grande rammarico è che la mia vita è stata decisa da qualcun altro, ma così è la vita. La mia vita era il pallone. Questa violenta interruzione mi ha sconvolto e depresso, ma ha anche aumentato la mia sensibilità e la mia capacità introspettiva. Una mia amica modella e collega universitaria di Giurisprudenza, che apprezzava la mia solarità e la mia capacità di far ridere gli altri, mi ha fatto fare un provino per una trasmissione con Maria Teresa Ruta su Canale Cinque. Su mille siamo stati scelti in due. Poi mi ha assistito la fortuna del principiante…ho fatto lo spot con la Tim, un videoclip con Zarrillo e tante altre cose. Che ruolo avevi in campo? Per che squadra tifi? Centrocampista. Tifo Lazio, ma mi può capitare di tifare anche per la Roma. Non amo la competizione, amo lo sport. Cosa non può mancare nella tua valigia? L’ipod. Per me la musica è vita. Come ti diverti? Non più come prima, con notti pazze in discoteca. Mi piace molto condividere una cena con un amico e due donne, viaggiare per conoscere nuove realtà, bere un bicchiere di vino e giocare a scopetta con il contadino in un paese, ma anche partecipare ad una festa esclusiva in un castello. Per concludere, qual è il tuo sogno nel cassetto? Lo sai! Trovare un teatro in disuso, usarlo in tutte le sue forme artistiche e dare la possibilità a tanti ragazzi di esprimersi. Il sogno un po’ più personale? Vedo in futuro il mare, una casetta su una spiaggia bianca, una grande pace interiore e dei bambini. Grazie Maxi, ti lascio andare. So che Rey ti aspetta in macchina… Vado! Per la cronaca Rey è il mio cagnolino, mi riempie la giornata, è diventato la priorità assoluta delle mie ventiquattro ore, è stato un regalo, ora è parte della mia vita, mi segue ovunque…anche alle feste e qui!



Daniela Bruzzone

Data notizia: 4/10/2009

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