Gazzetta del Sud
Giovanni Petrungaro
MILAZZO- «La Ue avrebbe deciso di sospendere i finanziamenti previsti per la Regione Sicilia a tutela e miglioramento dell'ambiente, in quanto i valori limite di inquinamento previsti sono stati inopportunamente ed abbondantemente superati negli ultimi anni da tutte le industrie del comprensorio, contravvenendo a quanto ammesso dalle leggi nazionali e comunitarie». Una notizia clamorosa quella denunciata dall'Associazione Tsc di Pace del Mela che, se troverà conferma, potrebbe avere ripercussioni importanti sulle aspettative dei cittadini che vivono nelle aree ad alto rischio e quindi nel comprensorio tirrenico. E sicuramente se gli ambientalisti attivano questi campanelli d'allarme e le istituzioni restano nel silenzio, ecco che la preoccupazione aumenta. Tutto questo in una fase delicata per il territorio, con una vertenza all'Edipower apertissima e indefinibile, con al centro non solo l'ambiente ma, come spesso succede, i posti di lavoro.
Da lunedi prossimo alla centrale termoelettrica sarà sciopero. I sindacati l'hanno già fissato, ma la tensione è ormai forte da diverse settimane all'interno dell'impianto di Archi. I sindacati chiedono l'intervento del prefetto per risolvere il problema determinato a loro avviso dalle restrizioni imposte dalla commissione tecnica AIA che di fatto – affermano – porterà alle limitazioni operative dei gruppi di generazione 3-4-5 e 6 e «all'inevitabile chiusura degli stessi con la perdita di 270 posti di lavoro relativi alla centrale e circa 500 nell'indotto». Osservazioni che però non trovano d'accordo gli ambientalisti che da parte loro invitano i rappresentanti del Ministero a tener conto che «la responsabilità per la salute e per l'ambiente è sovrana a qualsiasi interesse». «La convenzione sottoscritta tra il Comune di S. Filippo del Mela e l'Edipower, nei fatti, è un piano industriale al quale la proprietà intende sfuggire» – scrive in un documento l'associazione Tsc – che rileva ancora come rappresenti «una beffa il fatto che la centrale Edipower è a solo qualche km da ben tre metanodotti e da una progettata centrale di compressione gas della SNAM. Perché non si vuole adoperare metano?». Ma tra le righe della nota dell'associazione ambientalistica guidata da don Giuseppe Trifirò oltre al dato preoccupante collegato all'intervento economico europeo, ci sono precise accuse anche alle Agende "21 locali" «che avrebbero dovuto vigilare e interloquire sulle scelte e sullo sviluppo del territorio, ma le stesse ad oggi si sono rilevate inutili e fallimentari nello spirito e nella sostanza». Sulla stessa linea la posizione dell'associazione Tat (Tutela ambiente e territorio) che ipotizza il «danno esistenziale per la cittadinanza tutta», del Wwf che ritiene «sepolta l'idea dello sviluppo turistico, visto il prevalere e l'insistenza dello sviluppo industriale», mentre il presidente dell'Adasc Giuseppe Maimone, il referente di Cittadinanza Attiva Milazzo Assunta Sciacca e la rappresentante del comitato UnitiControLaSnam Venusta Grillo lanciano strali contro gli amministratori del comprensorio, ma anche della Provincia e della Regione. «La vocazione turistica di Milazzo e del suo comprensorio è solo una utopia. I cittadini sono stanchi di sentire parole vogliono i fatti. Bisogna essere corretti e onesti con la popolazione. Vogliamo Milazzo città turistica o Milazzo polo industriale?»
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/21/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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