La Russa, l'asso pigliatutto del Pdl siciliano

La Russa, l'asso pigliatutto del Pdl siciliano Siciliainformazioni.com Ignazio Panzica La campagna elettorale in Sicilia, tra europee ed amministrative, somiglia sempre di più ad un film giallo. Uno di quelli ricchi di colpi di scena. Li offre di minuto in minuto, un giorno dopo l’altro; e davanti a noi ce ne sono 30, di giorni da superare. Però, sia chiaro, il nome del diabolico colpevole si saprà solo all’ultimo. Esattamente l’8 giugno, ad urne chiuse, e voti già contati. Vi avevamo pronosticato, ieri, il profilarsi di un “redde rationem” dentro l’alleanza di Governo del centrodestra siciliano. E così sta andando. Il sondaggio elettorale a 30 giorni dal voto, diffuso da Demopolis, regala una indicazione clamorosa: il balzo in avanti dell’MPA del Presidente Lombardo che attua il sorpasso sull’UDC dell’ex Presidente Cuffaro. Altra benzina gettata sul fuoco. Vi è la diffusa certezza che “dopo” molto dovrà cambiare. A cominciare dal non rinviabile rimpasto del Governo regionale quando, tra l’atro, si dovrà affrontare la questione concreta della surroga di due assessori del PDL che verranno certamente eletti alle Europee: Cimino (Bilancio) e La Via (Agricoltura). Nelle stanze e nei corridoi del potere è partito, pure, un complesso totoassessori che, oggi, per carità di patria, vi risparmiamo. Invece, è un fatto maledettamente concreto, e dirompente, l’influenza che stanno esercitando i “postumi” della compilazione delle liste. Stanno avendo strascichi significativi. Molti capi bastoni di partito, e molti capielettori si spostano dentro il centrodestra e dentro il centrosinistra. Alcuni, addirittura, pare "salteranno il fosso”. L'influsso della politica in televisione, poi, direttamente o indirettamente, aggiungerà la dose di imprevisto di cui è capace l'incognita rappresentata talvolta dall'opinione pubblica. L’unico dato super certo del sondaggio è la stima del 24% di siciliani indecisi: per chi votare, e se votare. Tutti i partiti temono una esplosione incontrollata dell’astensionismo che, matematicamente, se dovesse esprimersi in percentuali inusuali, cambierebbe significativamente le reali percentuali di voti espressi. Per il PDL sarebbe fastidioso, per l’MPA e l’UDC una fortuna straordinaria, per il PD uno psicodramma dagli esiti imprevedibili. Non scordiamo che a Palermo e provincia, per le ultime elezioni provinciali ha votato solo il 27% degli aventi diritto al voto. Ma andiamo con ordine. Vi dobbiamo dare conto di una novità odierna, di “peso”, che ancora non vi abbiamo raccontato. Si tratta del “fastidio” provato da Alfano e Miccichè quando, in queste ore, hanno scoperto che mentre loro litigavano, nei giorni scorsi, su chi dovesse fare il coordinatore del PDL in Sicilia, Ignazio la Russa avrebbe tramato – dicuntur - alle loro spalle, dando corpo al famoso detto “tra i due litiganti, il terzo gode”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, milanese di residenza ma catanese di nascita e di importanza, è in atto co-coordinatore nazionale del PDL. L’ex esponente di AN, evidentemente, si sarà chiesto - giunto con i suoi piccoli voti milanesi nel PDL, ex Forza Italia (che in Lombardia invece è una super potenza elettorale) - “ma avrò diritto o no, anch’io, ad avere una base politico elettorale e regionale di rilievo!?”. E sembrerebbe che, ad alimentare il desiderio di La Russa di diventare anche lui titolare territoriale di un grande potere elettorale di un territorio significativo, sia stato il navigatissimo Senatore Pino Firrarello. Democristiano esperto di lungo corso, ras indiscusso del voto da Bronte a Catania, con l’unica vera opposizione nel “suo territorio”, sostanziata nell’alleanza Lombardo-Miccichè. Si profilerebbe, così, un ulteriore spostamento di “influenza politica” dalla Sicilia Occidentale a quella Orientale. Ossia, La Russa sarebbe stato il suggeritore di Berlusconi, che avrebbe dato una manona sia a Castiglione che a Nania per diventare co-coordinatori del PDL in Sicilia. Ma perché Berlusconi avrebbe dato ascolto sino a questo punto a La Russa? E perché anche Firrarello, contro la sua indole caratteriale, si sarebbe messo a disposizione in modo così fiducioso e devoto? La risposta, mi spiega da Roma un famoso "grande vecchio" della prima Repubblica, ha un nome: Michelangelo Virgillito. E chi è costui? “Ignorantissimo”, mi sibila, indignato, il mio augusto interlocutore, prima di sbattermi il telefono in faccia, urlandomi “documentati!”. Da buon secchione quale sono l’ho fatto. Virgillito – morto a 76 anni nel 1977 - è stato uno dei più noti “rialzisti” (lo chiamavano alle spalle “il corsaro”) della Borsa italiana (e titolare all’epoca della prima grande rete privata nella distribuzione del gas su scala nazionale, in alternativa all’ENI), e fin quando fu vivo, uno dei più influenti finanzieri della Storia siciliana (era nato a Paternò) e nazionale tra gli anni '50 e tutti gli anni '70, ed oltre. Voi vi chiederete: ma come "oltre", se è morto nel 1977? Risposta facile. Hanno proseguito la sua opera il suo amico ed avvocato di fiducia, un altro catanese, Antonino La Russa (morto nel 2004, il padre del senatore Ignazio), che ha tirato la volata nella Finanza al giovane pupillo di Virgillito: l’Ing. Salvatore Ligresti (oggi di anni 77) , anche lui come il padrino nato a Paternò. Che facendo perno “sulle fortune” del “suo sponsor finanziere” ha saputo costruire la “sua fortuna”. Ovviamente, tenendo sempre a mente i consigli e le esperienze trasfusegli, via via, dall’Avv. Sen. Antonino La Russa, milanese di residenza, ma rieletto per 14 anni senatore in un collegio elettorale di Catania dal 1972 al 1986. Periodi nei quali è stato componente attivo, della Commissione Parlamentare Industria. Chi sia, poi, il potente Ing. Salvatore Ligresti, catanese da tempo emigrato a Milano, è noto. Oggi, è il più grande e ricco imprenditore di Milano; più di Berlusconi in Lombardia. In quanto costruttore edile, su scala nazionale è più grosso dei Caltagirone, nonché azionista di riferimento dei colossi finanziari Fondiaria SAI e PREMAFIN, con quota azionaria e poltrona nel CdA di Mediobanca. Il cosiddetto salotto di lusso della finanza italiana. Dove è stato determinante nel riuscire a far entrare pure Marina Berlusconi, in rappresentanza dell’impero economico-finanziario del padre suo, e presidente del Consiglio di tutti noi. I boatos spiegano, tra l'altro, così, l’alto tasso di esponenti dell’ex An siciliana che, seppur confluiti nel PDL, non si sono ancora schierati né con Micciché né con Alfano. In termini militari si chiamano “riserve strategiche”. Ossia truppe da buttare in campo, a sorpresa, all’ultimo minuto, per scompaginare e mutare gli equilibri di una battaglia già in corso. Un boatos che se trovasse conferma contribuirebbe a cambiare i destini sia degli equilibri elettorali interni al PDL siciliano, ma anche quelli dello scenario politico generale nella Sicilia del dopo elezioni.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/8/2009

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