La scure del commissario sui contributi a pioggia

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo- Era nell'aria. Neppure al Commissario dello Stato è piaciuta la norma (art. 77) della Finanziaria regionale che l'Ars, a prescindere dalle polemiche successive, aveva votato all'unanimità e avrebbe consentito la concessione di contributi a pioggia, per 78 milioni, ad enti e associazioni varie. E l'ha impugnata per violazione degli articoli 97 e 81 (commi 3 e 4) della Costituzione. Ma il prefetto Alberto Di Pace non s'è limitato a sottoporre al giudizio della Corte costituzionale la norma da molti ritenuta una forma di finanziamento alla campagna elettorale. Con l'art. 77, infatti, sono stati impugnati anche gli articoli: 8, comma 3, concernente il patto di stabilità interno regionale, per violazione degli articoli 117, 119 ( 2° comma) e 120 della Costituzione; 29, limitatamente al comma uno/ter, secondo cui «i Comuni e gli Istituti autonomi per le case popolari possono regolarizzare la posizione dei detentori senza titolo degli alloggi, previo pagamento delle mensilita' del canone dovuto», che violerebbe gli articoli 3, 97, e 119 ( comma 5), della Costituzione; 34, concernente il programma di interventi per l'edilizia abitativa (Piano casa), perché in contrasto con l'articolo 81 ( 4° comma) della Costituzione; 58, limitatamente alla definizione agevolata delle violazioni del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi urbani, perché in contrasto con l'articolo 117 ( comma 2 e lettera E) della Costituzione, e degli articoli 14, 17 e 36 dello Statuto speciale della Regione, nonché del Dpr 26 luglio 1965 n. 1074; 61, commi 2 e 3, relativo alle misure di contenimento dell'emergenza ambientale, per violazione degli articoli 3, 5, 24, 100, 103, 113 e 114 della Costituzione e dell'art. 15, comma 2 dello Statuto siciliano. Per il Commissario dello Stato anche questa Finanziaria è stata scritta "alla siciliana", ovvero nel classico modo di legiferare dell'Ars, più volte contestato, in passato. Per cui ne è venuta fuori la solita legge omnibus, per cui gli uffici, in 47 casi, non sono riusciti ad individuare «i reali destinatari di talune provvidenze pubbliche ivi previste». Nella prevalenza dei casi, inoltre, «non è neppure indicata la finalità per la quale il contributo è assegnato. Tutto questo in palese violazione del disposto principio costituzionale in materia di buon andamento della pubblica amministrazione». Duro il commento del presidente dell'Ars Francesco Cascio, secondo cui «il Commissario dello Stato si è assunto una gravissima responsabilità, entrando nel merito delle scelte politiche fatte dal Parlamento regionale, che ha votato la legge finanziaria con grande consapevolezza e, in particolare, l'articolo 77 all'unanimità». «L'Ars – ha, quindi, spiegato Cascio – aveva risolto un problema che ci impegnava da anni: l'abolizione della tabella H, in quanto la stessa consolidava delle posizioni di privilegio che, però, evidentemente sono dure a morire. Non vorrei che il Commissario dello Stato si sia lasciato influenzare dalle polemiche condotte dagli stessi difensori del privilegio, perciò mi riservo di studiare attentamente le motivazioni della decisione. La legge, infatti, era ineccepibile dal punto di vista parlamentare, formale e costituzionale, nonché per quanto riguarda la copertura finanziaria, che era stata certificata dagli uffici». «L'impugnativa dell'art. 77 – ha proseguito Cascio – avrà ricadute pesanti sull'amministrazione regionale, creerà caos e disagio, difficili da gestire da parte degli uffici». E ha concluso annunciando che l'Ars solleverà conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. Inoltre, il presidente dell'Ars intende aprire «una discussione sull'esigenza di mantenere in vita l'Istituzione stessa del Commissariato dello Stato, che non esiste nelle altre regioni d'Italia». Di analogo tenore il commento del capogruppo dell'Udc Rudy Maira, per il quale «alla luce delle decisioni politiche' prese dall'ufficio diretto da Alberto Di Pace, è da chiedersi se tale organo abbia ragione d'esistere in un sistema di poteri basato sul federalismo». «Di fronte alle decisioni del Commissario dello Stato – ha replicato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici - serve sobrietà e senso delle istituzioni. Chi volesse ridiscutere il ruolo stesso del Commissario deve ricordare che le sue prerogative sono indicate dallo Statuto, e dunque per intervenire in questo campo sarebbe necessaria una modifica delle norme statutarie».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/10/2009

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