Atto n. 3-00944
Pubblicato il 23 settembre 2009
Seduta n. 256
RUTELLI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per i rapporti con le Regioni e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. -
Premesso che:
l'Italia è oggi il Paese al mondo con il maggior numero di siti tutelati dall'Unesco. Con il recente inserimento nella World Heritage List della catena delle Dolomiti essi salgono a 44, contro i 40 della Spagna;
prima dell'iscrizione delle Dolomiti, le isole Eolie erano l'unico sito naturale tutelato dall'Unesco. Un riconoscimento che ha aperto la strada all'estensione anche alle bellezze naturali dello status di appartenenza all'umanità;
l'iscrizione dell'arcipelago delle Eolie risale all'anno 2000. Sin da quel momento, l'Unesco si era espressa in maniera inequivocabile in merito al destino delle cave di pietra pomice di Lipari, prevedendone la graduale dismissione come necessaria condizione per il mantenimento dell'arcipelago nella Heritage List;
a fronte di una tale condizione, nel 2006 l'allora Governo Prodi avviava una trattativa con le amministrazioni locali, la municipalità di Lipari e gli assessorati competenti della Regione Siciliana, con l'obiettivo di poter ottemperare alla richiesta dell'organizzazione internazionale e nel tentativo di tutelare, al contempo, il futuro professionale di circa quaranta lavoratori delle cave di pomice e delle rispettive famiglie. Una misura che sembrò da subito necessaria per salvaguardare i livelli occupazionali già precari nell'isola, caratterizzati peraltro da uno scarso reimpiego, vista la stagionalità tipica della primaria occupazione, rappresentata dal turismo e dal suo indotto. Le cave sono state ufficialmente chiuse nel novembre 2007;
la necessità di riqualificare il personale interessato è stata più volte ribadita anche attraverso precise deliberazioni della Giunta regionale siciliana, su precisa sollecitazione del Governo;
in molteplici passaggi, a partire proprio dal novembre 2007, tali lavoratori sono stati assunti con collaborazioni occasionali, a tempo determinato e in qualità di lavoratori socialmente utili (LSU), in carico a numerose amministrazioni regionali e comunali;
ad oggi, i lavoratori delle ex cave di pomice vengono utilizzati come LSU presso il Comune di Lipari, percepiscono l'indennità di mobilità dell'INPS e non hanno alcuna certezza occupazionale; ciò, oltre a mortificare una tradizione di maestranza e di professionalità, mette seriamente a rischio la capacità di sussistenza di numerose famiglie;
la piena reintegrazione dei lavoratori in attività professionalmente qualificanti rimane tuttora una condizione necessaria per la piena vigenza della tutela dell'Unesco sull'arcipelago delle Eolie; una prolungata non ottemperanza rischia di attivare, a norma di statuto, una procedura di istruttoria interna per la cancellazione del sito dalla World Heritage List,
si chiede di sapere:
con quali azioni di competenza i Ministri in indirizzo intendano sollecitare la Regione Siciliana e l'amministrazione comunale di Lipari affinché si possa giungere, con la massima urgenza, alla definizione di una piena riqualificazione professionale per gli ex lavoratori delle cave di pomice;
se non si ritenga necessario, d'intesa con il Ministro per i beni e le attività culturali ed il Ministro per il turismo, provvedere alla riqualificazione dei siti delle ex cave di pomice, anche nel quadro di iniziative di potenziamento dell'offerta turistica e di valorizzazione del patrimonio paesaggistico dell'isola e dell'arcipelago eoliano.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/28/2009
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