Ustica Lines vuole tutte le regionali Tirrenia

Ustica Lines vuole tutte le regionali Tirrenia ship2shore Nuova succulenta puntata della soap opera Tirrenia. Dopo un’estate di candidature più o meno ufficiali, più o meno fantasiose, tanto per la controllante nazionale, quanto per le quattro controllate regionali, il futuro della compagnia di bandiera appare ad oggi ancora del tutto incerto, complice principale l’inerzia accidiosa del Governo nel chiarire i passaggi attraverso i quali dovrebbe svilupparsi il processo di privatizzazione (che, occorre ricordare, dovrebbe concludersi secondo le prescrizioni UE entro la fine dell’anno). A sparigliare ulteriormente le carte questa settimana è la volta di Vittorio Morace. Perentoria e inequivocabile la dichiarazione dell’armatore di Ustica Lines: “Ustica Lines Spa ha deciso di ufficializzare il proprio interesse all’acquisizione di Siremar, Toremar, Caremar e Saremar, ritenendo che il mantenimento dell’attuale forza lavorativa non sia ostativo al progetto”. Non solo dunque la compagnia regionale più ‘vicina’ in termini operativi ad Ustica Lines, Siremar, ma l’intero blocco delle controllate di Tirrenia. Che, mettendo insieme le disordinate e spesso ambigue affermazioni ministeriali, dovrebbero invece ‘passare’ ognuna alla propria Regione di competenza (nessuno sa nulla dell’eventuale messa a gara di parte o tutti i servizi né delle possibili sovvenzioni), malgrado Morace, pur detenendo il primato di essere l’unico ad aver manifestato interesse per tutte e quattro, non sia il primo a candidarsi per le regionali, vedi Alilauro in Campagna, Buquebus in Toscana e via dicendo. Di certo l’ecumenicità dell’offerta dell’armatore partenopeo avrebbe il grosso vantaggio di togliere in un sol colpo tutte le castagne regionali dal fuoco al Governo, che eviterebbe così il rischio di essere accusato di trattare diversamente le varie regioni. E inoltre vi sono le rassicurazioni di Morace sulla forza lavoro, che, se sicuramente non basteranno all’insaziabile sete di garanzie assistenziali dei sindacati, rappresentano certamente un punto di partenza molto solido. Sull’altro piatto della bilancia è da vedere come Ustica Lines intenda regolarsi con i collegamenti cosiddetti di utilità sociale: difficile rendere profittevoli certe tratte fuori stagione. E, se dovessero essere preventivati tagli ingenti nei servizi, è scontato che il Governo subirebbe pressioni non da poco. Occorre poi considerare che, chi più chi meno, tutte le Regioni coinvolte hanno ad oggi grossomodo ‘accettato’ l’ipotesi del passaggio e stanno ragionando in tal senso: se le carte dovessero improvvisamente cambiare, non sarebbe remoto il rischio di proteste e turbolenze varie, anche solo per motivi politici. Da considerare, infine, le problematiche di natura concorrenziale: subentrando tout court a Siremar, Ustica Lines potrebbe raggiungere in Sicilia una posizione di mercato non conforme alle normative antitrust, rischiando di invalidare l’operazione. Insomma, la proposta di Morace c’è, è interessante e merita attenzione. Ma è difficile valutarla nella confusione creatasi intorno all’intero processo di privatizzazione di Tirrenia. Che per rispetto dei cittadini, della legge e dei lavoratori della compagnia meriterebbe attenzione e competenze ben superiori a quelle che il Governo vi ha fino ad oggi impegnato. Andrea Moizo

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/29/2009

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