L’agricoltura pugliese non teme il confronto della qualità ma il mercato del profitto, la sofisticazione dei prodotti ed i grossi speculatori europei.
I prezzi dei prodotti agricoli sono in caduta libera, hanno raggiunto il minimo storico da venti anni a questa parte.
La liberalizzazione selvaggia, il non controllo dei prezzi del prodotto, le calamità naturali non riconosciute dal governo nazionale e dal parlamento europeo, hanno impoverito centinaia di migliaia di famiglie pugliesi.
Nel 1989 un quintale di olive veniva pagato al produttore £.120.000, pari al valore di acquisto di 15 giorni di spesa per una famiglia media.
Nel 2009 un quintale di olive viene pagato al produttore 23 EURO – meno di 50.000 vecchie Lire - e il suo valore di acquisto è la spesa di una giornata, forse 2, per una famiglia media
Nel 2009, il prezzo dell’uva è ai minimi storici in assoluto; per le grosse quantità, al produttore viene pagato meno di 13 EURO al quintale
Nel 2009 anche il prezzo del grano è in caduta libera.
In aggiunta la presenza di decine di milioni di storni (volatile ritenuto in via di estinzione dalla Comunità Europea) determinano la distruzione di circa 40% del prodotto olivicolo e le abbondanti piogge del 2008/2009 che hanno causato allagamenti per 3 mesi di continuo.
Il governo non da risposte alla crisi e non riconosce la calamità naturale per l’agricoltura pugliese.
Sono previsti aumenti del 75% dei contributi per l’ingaggio nel settore agricolo, ciò porterà inevitabilmente ad incrementare il lavoro nero nelle campagne.
CHIEDIAMO
alla Regione Puglia
1)il controllo dei prezzi,
2)una politica che disincentivi la liberalizzazione selvaggia dei prezzi dei prodotti agricoli.
al Governo Italiano;
1) l’esenzione del pagamento dei contributi di ingaggio per l’agricoltura pugliese per compensare i danni subiti dalla calamità precedente,
2) di non aumentare il costo di ingaggio giornaliero.
3) il riconoscimento della calamità naturale quando essa si verifica
Al Parlamento Europeo;
1) il mantenimento degli aiuti comunitari oltre il 2013 e l’allargamento di detti aiuti anche ad altri prodotti agricoli;
2) l’abolizione della legge europea con cui si riconosce lo storno volatile in via di estinzione. Le molti decine di milioni di capi presenti in Puglia sono un pericolo per l’ecosistema del territorio e per la produzione del settore.
, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata
Data notizia: 10/23/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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