Gazzetta del Sud
Michele Cimino
Palermo
L'elezione di Giuseppe Lupo alla carica di segretario regionale del Pd non appare così scontata come lasciavano credere, a caldo, subito dopo la proclamazione degli scrutini, le dichiarazioni dei capicorrente che alle primarie ne avevano sostenuto la candidatura. L'altro candidato in corsa per il ballottaggio di sabato 14 novembre, il senatore Beppe Lumia, ispiratore della lista "Prima di tutto la Sicilia", più nota come "Siciliani per Bersani", infatti, non intende gettare la spugna in anticipo, nonostante il terzo candidato alla segreteria regionale, l'on. Bernardo Mattarella, anche lui, come Lumia, collegato alla mozione Bersani, si sia incontrato con Giuseppe Lupo per concordare le linee politiche che il Pd siciliano dovrà seguire nell'immediato futuro.
Ad eleggere il nuovo segretario, ha ribadito anche ieri Beppe Lumia, dovranno essere i 180 componenti dell'assemblea regionale del partito (73 area Lupo, 55 area Lumia e 52 area Mattarella) e non i capicorrente. D'altronde, per la situazione che si è determinata nel Pd siciliano non è di facile interpretazione il cosiddetto "lodo Scalfari", accettato su scala nazionale tanto da Bersani quanto da Franceschini, per cui le assemblee regionali dovrebbero confermare il candidato che ha ottenuto più voti. Infatti, se Lupo (area Franceschini) ha ottenuto il 40 per cento, alle liste che si richiamavano a Bersani è andato il 60 per cento dei voti. Dal che, quanti sostengono la candidatura Lumia, deducono che la maggioranza dei democrats siciliani è più sulle posizioni del segretario appena eletto, piuttosto che su quelle dell'uscente.
«Indietro - ha commentato Lumia - non si torna. Abbiamo fatto due scelte di grande portata che adesso faremo valere. La Sicilia deve diventare una terra di produzione, innovazione, legalità e sviluppo, per lasciarsi alle spalle il maledetto sistema assistenziale che ha assegnato alla politica una funzione corrosiva e collusiva nella intermediazione burocratico-clientelare e, spesso, affaristico-mafiosa. L'altra grande scelta - ha aggiunto - è quella di strutturare un partito autonomo e in grado di dialogare alla pari con i dirigenti nazionali, da partito regionale federato a partito centrale, rompendo il giogo delle correnti ed esaltando la formazione dei gruppi dirigenti. È indispensabile - ha concluso Lumia - radicare il partito e renderlo capace di fare scelte chiare sui grandi temi della gestione delle risorse idriche, dei rifiuti, della burocrazia, della scuola, dell'agricoltura, dell'energia e della collocazione della Sicilia nel cuore dell'Europa e del Mediterraneo».
Intanto da Roma, dal Comitato Bersani, è stata diffusa una nota, indirizzata alle sei regioni dove per l'elezione del segretario si andrà al ballottaggio, con cui si auspica «che non si contraddica la volontà degli elettori che alle primarie hanno votato il candidato alle segreterie regionali del Partito democratico».
L'invito romano, pertanto, dovrebbe comportare la "ratifica" di Giuseppe Lupo, nella carica di segretario. Il che non è difficile, considerato che gli mancano appena 18 voti. Per cui, considerato che la posizione di Lumia è in particolare condivisa da buona parte dei deputati regionali, c'è già chi ipotizza un cambio al vertice, con Mattarella al posto dell'attuale capogruppo Antonello Cracolici. Il passo successivo, ovvero il preannunciato accordo fra le opposizioni al governo regionale, o, come auspicano in moti, porta Lombardo «a più miti consigli», emarginando l'area del Pdl che fa capo a Gianfranco Miccichè, o si va a nuove elezioni. La sessione di bilancio, infatti, avrà inizio il 13 novembre. E la sua conclusione lascia ben poche alternative.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 10/28/2009
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