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La privatizzazione della società stenta a partire. Al contrario di quanto affermato da Matteoli, nulla di fatto con le Regioni e il bando generale si allontana. Stimato rosso di 650 milioni
Di CARMINE SARNO
Il dossier Tirrenia è ancora in alto mare, anzi in oceano aperto. In base a quanto emerso dall'incontro tra i vertici di Fintecna (azionista di riferimento della compagnia pubblica di navigazione) e i sindacati, l'iter per la privatizzazione è tutt'altro che tracciato. Non solo, i rappresentati dei lavoratori hanno anche denunciato il fitto strato di nebbia che copre i conti di Tiirenia, visto che Fintecna non ha fornito un quadro sui debiti della compagnia e il valore della flotta. Sono tre, dunque, i nodi da sciogliere: accordi con le Regioni. conti e bando di gara. La prima doccia fredda è legata proprio alle quattro compagnie marittime regionali. (Siremar, Saremar, Toremar e Caremar) attualmente comprese in Tirrenia. A fine agosto il ministro dei trasporti Altero Matteoli aveva spiegato che erano stati raggiunti (o quanto meno erano in via di definizione) gli accordi per cedere le 4 società alle regioni di riferimento ossia Sicilia, Sardegna, Toscana e Campania. «L'accordo non c'è», hanno spiegato i dirigenti sindacali. Un punto fondamentale, hanno rivelato a MF/ Milano Finanza fonti sindacali, «perché senza questo passaggio non si pu procedere per la stesura del bando per la vendita della società». Di fatto il tavolo tra regioni e ministero è stato avviato, ma la quadra è ancora lontana. E i tempi sono alquanto stretti. Trovato un punto di incontro. le singole amministrazioni dovranno procedere a loro volta per individuare delle compagnie per collegare le isole delle proprie coste regionali «e, per quanto celeri, prassi di questo tipo richiedono alcuni mesi», ha spiegato un addetto ai lavori. Senza accordi, dal primo gennaio 2009 sono a rischio i collegamenti tra le isole e il continente. Altro giallo è quello della situazione finanziaria del gruppo. Maurizio Prato e Vincenzo Dettori (presidente e ad di Fintecna) non hanno proferito verbo in merito alla situazione (ne finanziaria, ma si parla di un rosso intorno ai 650-680 milioni. «Sono cifre abbastanza aggiornate», ha spiegato il segretario generale della Uilt Trasporti, Giuseppe Caronia. «Il valore della flotta stimato da alcuni broker indipendenti è vicino al miliardo e 80 milioni», ha poi sottolineato. Con queste premesse, non stupisce pi di tanto che del bando pi grosso, quello per la privatizzazione di Tirrenia, non vi sia traccia. Visto i circa 4 mila posti di lavoro a rischio, i sindacati hanno chiesto l'intervento del governo.
Carmine Sarno
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/9/2009
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