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Palermo- "La contrapposizione a Salvatore Cuffaro non è arrivata in un momento di sua debolezza, ma per gli errori gravi che ha fatto. Quando uno viene condannato a cinque anni e se ne esce che è contento, è errore clamoroso che non può non suscitare delle reazioni. Il tutto peggiorato dai cannoli". Ad affermarlo, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, durante un incontro con gli studenti della scuola di giornalismo di Palermo "Mario Francese" della facoltà di Scienze della comunicazione dell'università palermitana, coordinato dal direttore del Giornale di Sicilia, Giovanni Pepi. "Se il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, dice che la sentenza è grave e Cuffaro se ne esce così, non può essere difeso - ha aggiunto - Micciché lo ha sempre appoggiato, ma in questo caso non era difendibile. Io le sentenze le contesto quasi tutte perché ormai la magistratura fa politica ma si accolgono in una determinata maniera. Ma se dici che è un sollievo, certe cose non si possono dire”. "Non abbiamo deciso di proporre un candidato. Angelino Alfano è il nostro coordinatore regionale ed è quello che ha maggior titolo per essere candidato. Ma Forza Italia ha altre persone altrettanto valide. Prima di candidarlo, comunque, dobbiamo vedere cosa deciderà lui. Io continuo a sostenere che oggi c'è bisogno di una rottura più netta rispetto al passato e che ci vuole un nome forte" - aggiunge il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, parlando di un possibile candidato alla presidenza della Regione. "Sono assolutamente convinto che bisogna andare subito al voto. E non c'é bisogno di una legge nuova perché siamo assolutamente convinti che vinceremo con un largo margine anche al Senato. Ogni giorno che passa senza avere preso una decisione è un danno all'immagine della politica" - conclude Micciché.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/30/2008
dalla nostra Daniela Bruzzone
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