"I miei Pm sono sereni"

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo «Nelle mie parole, nessun riferimento alla figura del Presidente Berlusconi quale "mandante" delle inchieste e degli attacchi mediatico - giudiziari di cui sono bersaglio». Raffaele Lombardo ha ieri smentito quanto pubblicato e a lui attribuito da due quotidiani circa un coinvolgimento del presidente del Consiglio nel complotto che avrebbero ordito pezzi del Pdl siciliano e dell'Udc per costringerlo a dimettersi e andare a nuove elezioni prima che il vecchio sistema di potere venga totalmente smantellato. Inoltre è tornato a rivolgersi nuovamente alla Procura della Repubblica di Catania perché sia nuovamente interrogato. «Chiedo semplicemente - ha detto - di potere esercitare un mio diritto: rispondere a delle contestazioni che vengano dalla magistratura, che ha il diritto di farle, piuttosto che rincorrere notizie più o meno false. Sono disponibile in qualunque data, di giorno di notte, e chiedo con forza di essere ascoltato per dimostrare la mia estraneità a queste voci, alle notizie e alle presunzioni. Non chiedo altro». Da Catania ha fatto sentire la sua vice anche il procuratore capo Vincenzo D'Agata, commentando l'intervista rilasciata al "Fatto Quotidiano" da Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa: « Alla Procura di Catania c'è grande armonia tra tutti i magistrati: i miei sostituti operano in un clima tranquillo e di assoluta fiducia, scevro da qualsiasi condizionamento e con l'esclusiva finalità di accertare la verità e riaffermare la legalità se violata». Come riporta l'ANSA, Lombardo ha affermato: «il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro che mira diventare procuratore di Catania sta offrendo ad Alfano la mia testa su un piatto di vile metallo». «Di queste dichiarazioni – ha replicato D'Agata – il Governatore se ne assume paternita è responsabilità. La Procura della Repubblica di Catania è un ufficio dove si lavora con coesione, serenità e responsabilità. «Le dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana non sono elucubrazioni, ma servono a spiegare ai siciliani con estrema chiarezza il realizzarsi di quel disegno criminoso che l'assessore di Paternò, Frisenna, arrestato per mafia, confidava ai suoi sodali per averlo appreso nell'ambito della sue relazioni con i vertici del Pdl catanese», ha da parte sua sottolineato il presidente del gruppo Misto al Senato, Giovanni Pistorio. « "Lombardo muore di morte naturale perchè lo fanno attaccare, e c'è pure la sinistra...." disse l'assessore in un'intercettazione agli atti dell'inchiesta che ha portato al suo arresto – aggiunge il senatore del Mpa – ed è inquietante che Frisenna nell'aprile del 2008 avesse queste informazioni. Ancor quando l'inchiesta che coinvolge Lombardo non esisteva. Per sfortuna di qualcuno queste non sono elucubrazioni ma fatti che stanno nelle carte giudiziarie. Su questo – conclude Pistorio – la Procura ha il dovere di fare chiarezza, perchè in quelle carte c'è una notizia criminis». Tornando, quindi, alle interviste rilasciate giovedì, Raffaele Lombardo ha precisato di non avere mai parlato di «delinquenti politici: è un linguaggio che non mi appartiene. Ho invece parlato di attacchi delinquenziali. Inoltre non ho mai usato termini come "cretino" verso una persona per la quale nutro sentimenti di simpatia. E ribadisco che non ho mai detto neppure che il Presidente del Consiglio manovra le procure». «Semmai - ha precisato - ho specificato come la propagazione di una notizia infondata, come quella pubblicata mercoledì scorso da un quotidiano romano (quella dell'imminente arresto: ndr) , sarebbe stata utilizzata certamente come argomento di discussione con il Presidente Berlusconi, all'interno del Pdl, per segnalare una ipotetica debolezza del mio governo. Preciso inoltre di avere provveduto ad inviare una richiesta di rettifica a "il Fatto quotidiano" relativamente ad alcune frasi che mi sono state attribuite nell'edizione di oggi. Infatti, al di là del confronto politico anche aspro, non ho pronunciato termini offensivi né per il Presidente del Senato, né per il ministro della Giustizia», dice il presidente della Regione. Nonostante le precisazioni, però, la tensione fra le forze politiche continua a salire, anche nell'ipotesi che si vada a nuove elezioni. «Alcuni passaggi dell'intervista rilasciata dal Presidente Lombardo - ha dichiarato il co-coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi - appaiono sconcertanti e sono frutto delle evidenti contraddizioni e difficoltà politiche in cui si è incagliata la nuova amministrazione regionale. Non si esce da questa crisi con avventate, quanto infondate, dichiarazioni, ma attraverso chiare scelte politiche corrispondenti ai reali interessi dei cittadini siciliani». «Leggo esterrefatto - ha incalzato il segretario regionale dell'Udc Saverio Romano, autore qualche giorno addietro, della proposta di un governo di salute pubblica per condurre la Regione a nuove elezioni in primavera - le esternazioni farneticanti di Lombardo. Alfano ha torto: quest'uomo non è in difficoltà, è disperato, e me ne dispiaccio sinceramente. Continuerò a sostenere con convinzione la sua lontananza da Cosa nostra, fin quando non sarà provato definitivamente il contrario».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/15/2010

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