Lo scorso 14 aprile a Vulcano, è svenuto un bambino francese di nove anni. Stava giocando nella spiaggia adiacente ai fanghi termali dell’Isola. I medici hanno successivamente stabilito che la causa fosse da ricercare nell’elevatissima concentrazione di anidride carbonica presente nell’aria. Secondo il Dipartimento di Protezione civile, "sussistono condizioni di pericolosità per la pubblica incolumità nelle acque calde dell'isola di Vulcano, antistanti alla cosiddetta 'vasca dei fanghi'. Proprio qui “sono presenti numerosi punti di emissione di gas e, in assenza di vento, possono prodursi, elevate concentrazioni di gas inodore ed eventualmente letale". Il Dipartimento di Protezione Civile ha quindi comunicato al Comune di Lipari, alla Regione Siciliana e all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, della "possibile pericolosità connessa alle emissioni gassose in mare”, e ha chiesto di interdire l’accesso alle suddette aree. L’istituto nazionale di geofisica ha subito supportato l’ipotesi affermando che, “in assenza di vento non è possibile la dispersione dell'anidride carbonica, e dunque questo tipo di gas va ad accumularsi e a diventare potenzialmente nocivo.” Il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, al momento esclude il divieto di balneazione sull’isola che da anni vive di turismo termale. “Le condizioni di pericolosità – afferma il sindaco - verranno pubblicizzate con un'apposita cartellonistica.” Alla luce di quanto affermato dal dipartimento di protezione civile, gli isolani chiedono ulteriori analisi e delucidazioni. Sembra infatti impossibile che, in mezzo a quei vapori sulfurei, da sempre considerati un toccasana per le vie respiratorie e per le malattie osteoarticolari, possa nascondersi un gas potenzialmente letale in presenza di particolari condizioni atmosferiche.
di Caterina Saltalamacchia
Data notizia: 6/23/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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