La diaspora investe adesso l'Udc

Gazzetta del Sud PALERMO Oggi nuovo confronto a Roma tra il presidente della Regione Raffaele Lombardo e il sottosegretario Gianfranco Miccichè leader del Pdl-Sicilia, per definire l'ipotesi di accordo che dovrebbe portare entro la settimana al varo del quarto governo, questa volta interamente formato da tecnici. Miccichè non ha alcuna intenzione di sganciarsi da Berlusconi e, in un'intervista, ha spiegato che si può formare un governo con l'Udc, «che salverebbe capre e cavoli, mettendo Lombardo in condizione di avere una maggioranza senza il Pd». Ma intanto proprio in casa Udc esplode l'ultima guerra politica di questa estate, destinata a ridisegnare la geografia politica pure all'Ars. Il dissenso sulla linea del leader Casini, espressa dall'ex ministro Calogero Mannino e dallo stesso segretario regionale Saverio Romano (con loro vi è anche Totò Cuffaro) avrebbe ricadute immediate in Sicilia. Lo si evince chiaramente da una nota, firmata da nove degli undici deputati all'Ars (Rudy Maira, Toto Cordaro, Nino Dina, Pippo Gianni, Fausto Fagone, Orazio Ragusa, Totò Cascio, Marco Forzese, Marianna Caronia e Mario Parlavecchio) in cui si dice che nella stragrande maggioranza i parlamentari siciliani si ritrovano sulle posizioni dissenzienti. Ma Forzese si è premurato subito dopo a prendere le distanze e si vocifera che anche qualche altro stia per fare altrettanto. Difficile allora ricostruire la mappa, tra chi da per immediata una "svolta per riportare aria fresca" e chi parla di un fronte compatto che vedrebbe insieme i deputati Dina, Cordaro, Maira, Fagone, Ragusa schierati decisamente sulle posizioni di Mannino e Romano; sull'altro fronte, con Gianpiero D'Alia, i deputati Giovanni Ardizzone e Marco Forzese, almeno per ora. D'Alia, replicando alla critiche di Romano ieri ha dichiarato: «Siamo un partito democratico e ogni dissenso è legittimo. Che Cuffaro, Mannino e Romano pensino oggi che sia necessario cambiare linea nel rapporto con Berlusconi rispetto alle ipotesi, sempre condivise, di governo di responsabilità nazionale, è un problema loro e non certo di tutti i siciliani. Noi rimaniamo al centro, fedeli agli elettori che ci hanno votato alle elezioni politiche del 2008» Il segretario regionale Romano esclude che il suo dissentire sia preludio di un abbandono del partito (e men che meno di un passaggio alla formazione del repubblicano Nucara («non ho il piacere di conoscerlo») che proprio in questi giorni è impegnato in una campagna acquisti di deputati a Montecitorio per un gruppo parlamentare di appoggio al premier Berlusconi. Romano lamenta che i partiti si siano trasformati in associazioni padronali dove i congressi non esistono più, il dibattito non tollerato e qualsiasi dissenso spento. E aggiunge: «Nessuno di noi lascerà l'Udc. Chi mi vuole fuori dal partito dovrà pazientare a lungo». La diversità di posizioni però ha ripercussioni sul piano regionale tra i favorevoli al prossimo governo di Lombardo (amici di D'Alia), e i contrari (deputati vicini a Cuffaro, Mannino e Romano). Cuffaro comunque, infastidito per essere stato chiamato in causa invita D'Alia («che io ho voluto come capogruppo al Senato») a rispettare il suo riserbo visto che «da tempo ho scelto di non esprimere nè dissenso nè assenso su ciò che avviene all'interno del partito». Dunque un pezzo dell'Udc, potrebbe far ritorno nella maggioranza che sosterrà il governo del leader autonomista Lombardo, dopo che i centristi erano stati fatti fuori insieme al Pdl cosiddetto "lealista", cioè quello rimasto dopo la scissione capitanata da Miccichè che ha dato vita all'Assemblea regionale, e poi negli enti locali, al Pdl-Sicilia. Quel che è certo è che si procede a passi spediti per dare alla regione un governo tecnico che giunga fino alla fien della legislatura e porti avanti le riforme ritenute prioritarie ma soprattutto dia vigore a un'azione energica di propulsione per l'economia con una serie di iniziative che rimettano in moto il mercato produttivo. In assenza di congressi, scomparsi ormai dall'agenda dei partiti, la verifica concreta del movimento tellurico in corso, si avrà nelle aule parlamentari. Il colloquio capitolino di oggi coincide con la riapertura dell'Assemblea regionale, dopo la pausa estiva: l'ultima seduta si era infatti tenuta lo scorso 5 agosto. L'aula è convocata alle 16 con all'ordine del giorno interrogazioni e interpellanze della rubrica "istruzione e formazione professionale" e la discussione della mozione sul Consorzio autostrade siciliane presentata dal Pdl; prevista anche la discussione sulle comunicazioni del governo sulla situazione della finanza regionale. Sarà comunque la conferenza dei capigruppo a decidere il nuovo calendario dei lavori e i punti da affrontare. Alla riapertura di Sala d'Ercole potrebbe esserci anche la novità del cosiddetto gruppo Misuraca che all'Ars conterebbe su cinque deputati, quindi sufficienti a costituirsi autonomamente. ma. cav.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/14/2010

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