Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Attesa negli ambienti politici per l'incontro, in programma oggi, tra i deputati del Pd e il capogruppo Antonello Cracolici, accusato di autoritarismo dalla componente facente capo agli onorevoli Francantonio Genovese, Salvatore Cardinale e Nino Papania, tanto da aver sointo il deputato regionale Franco Rinaldi a minacciare una scissione. I tentativi di riappacificazione, messi in atto nei giorni scorsi non hanno ancora prodotto risultati. E' opinione corrente, peraltro non smentita dallo stesso segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, che ai deputati del Pd aderenti alla corrente "Innovazioni" non sia gradito il governo di tecnici attualmente in carica e punterebbero alla costituzione di un quinto governo Lombardo composto da assessori parlamentari. "Nel Pd – ha commentato proprio ieri il segretario regionale Giuseppe Lupo – c'è un consenso diffuso per la formazione di un governo politico che apra una nuova fase in Sicilia, considerato che il cambio di rotta che abbiamo chiesto all'attuale giunta tecnica di Raffaele Lombardo stenta ad arrivare". "Questa scelta – ha aggiunto – non la posso fare io, ma gli organismi competenti, vale a dire l'Assemblea regionale, convocata per il 13 marzo".
Ma il presidente della Regione ha più volte detto e ribadito in quest'ultimo periodo che il governo in carica non si tocca, è probabile che il 13 marzo all'assemblea regionale del Pd sia messo in votazione un documento che formalizzi la posizione del partito e spinga i vertici regionali ad avviare una trattativa con tutte le componenti della coalizione, oltre che con Lombardo. "Il Pd – ha detto in proposito Lupo – vale il 50% della coalizione che sostiene il governo Lombardo, non imponiamo diktat, ma non accettiamo veti".
Tuttavia, all'interno della stessa componente di "Innovazioni" non tutti la pensano alla stessa maniera; c'è anzi chi sostiene che sarebbe assolutamente inopportuno un anticipato stop all'esperienza dei tecnici perché non si potrebbe spiegare in modo convincente l'interruzione del percorso. Mentre sarebbe più producente assecondare l'esecutivo in questa fase, senza escludere un impegno più diretto dei politici, ma non ora, semmai col nuovo anno, in vista del successivo confronto elettorale.
Come irrinunciabile appare in questo momento ottenere la modifica della legge elettorale.
Intanto, a Sala d'Ercole, è iniziata la corsa contro il tempo. Prima del 21 marzo, quando dovrebbe avere inizio la discussione dei documenti finanziari della Regione, infatti, si dovranno esaminare ed approvare quattro disegni di legge. Due, quello sulla Targa Florio, composto da un solo articolo, e quello sulla semplificazione amministrativa, sono già incardinati. Domani pomeriggio, come concordato dalla maggioranza dei capigruppo, dovrebbe arrivare in aula anche la riforma elettorale che l'opposizione non vuole, come dicono di non volerla anche i dissidenti del Pd. Il Pdl ha già preannunciato duemila emendamenti, per cui l'esame del provvedimento dovrebbe slittare alla settimana successiva. Il quarto disegno di legge da esaminare prima dei bilanci è quello relativo al commercio. A giudizio degli osservatori, comunque, dalla riunione odierna del gruppo parlamentare del Pd non dovrebbero scaturire seri impedimenti all'attività d'aula e del governo. I veri problemi potrebbero sorgere domenica 13 marzo, in occasione dell'assemblea di partito, dove l'opposizione interna, di cui non fa parte la sola corrente Innovazioni, ma comprende anche il senatore Enzo Bianco, il senatore Vladimiro Crisafulli, il deputato Giovanni Burtone, nonché i deputati regionali Giovanni Barbagallo, Miguel Donegani e Bernardo Mattarella, ha maggiori possibilità di incidere sull'opinione dei delegati.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/1/2011
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