Indagini concluse su Lombardo e altri 55

Indagini concluse su Lombardo e altri 55 Gazzetta del Sud Domenico Calabrò CATANIA Dalle notizie in fuga, alla notizia certificata con timbro e carta intestata. Ieri la notifica dell'atto della conclusione delle indagini fa conoscere ufficialmente (ciò che doveva essere un segreto e che invece ha fatto il giro del mondo), che il presidente della Regione Raffaele Lombardo è indagato per concorso esterno in mafia. Fino a ora le notizie in libera uscita e privilegiate edicole giudiziarie hanno fatto da grancassa e per sei mesi la graticola mediatica e le condanne sommarie hanno fatto il resto soprattutto somministrate al momento politico più... "giusto". Non è stato un caso la notifica dell'avviso di garanzia a Berlusconi mentre presiedeva la Conferenza mondiale delle Nazioni non è stato certo per caso e neppure per caso la notizia su Lombardo è scappata alla vigilia del voto sul bilancio alla Regione. Ora c'è stato il deposito degli atti: ovvero la conclusione delle indagini. In teoria solo da questo atto si sarebbe potuto apprendere ufficialmente di ciò che è contenuto nelle "carte", in realtà tutti sanno che c'è stato lo sputtanamento totale e il mondo ha saputo che stavano arrestando Lombardo e che era tutta una cosa con la "famiglia". Insomma, tutto ciò che non si doveva sapere è stato detto e, ovviamente, nessuno è responsabile perchè in questi casi l'indagine è solo formale. Il giornalista ha fatto il suo dovere. Chi avrebbe dovuto garantire la riservatezza, figurarsi se verrà sanzionato. Dunque, (ri)ecco la notizia: Lombardo è indagato per concorso in mafia. Tutti sappiamo perchè, per cosa, degli incontri, delle intercettazioni, sappiamo pure di quante sigarette ha mangiato durante un incontro contestato. Neppure per il signor nessuno, fino a quando non c'è certezza giudiziaria si sarebbe dovuto conoscere un'attività investigativa sulla mafia. Ma che volete, l'Italia è quella che è... Ora c'è il timbro e la carta intestata ed è notizia certa. Così come la notizia certa è che per questa indagine ci sono stati forti contrasti in seno alla Procura (si parlava di un 4-3) con divergenze sulla conclusione (ma la vita di un uomo e in questo caso non me ne frega nulla di Lombardo, può essere affidata a ragionamenti sul 4 a 3 o 5 a 2?). Raffaele Lombardo dunque, e suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. La notizia arriva con la notifica dell'avviso della chiusura delle indagini preliminari dell'inchiesta Iblis (diavolo) e il provvedimento riguarda 56 indagati nell'ambito delle indagini di carabinieri del Ros su Cosa nostra etnea e su presunti rapporti tra mafia, politica e imprenditori. Secondo l'accusa, Raffaele Lombardo, attraverso altre persone tra le quali suo fratello Angelo, avrebbe «sollecitato Cosa nostra catanese a reperire voti per loro, e per i partiti in cui militavano durante competizioni elettorali ingenerando nella mafia la convinzione che loro fossero a disposizione per assecondare le esigenze della cosca Santapaola nel controllo di appalti, attività economiche, concessioni e servizi pubblici». Tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, chiedere ai magistrati ulteriori atti di indagine, presentarsi per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere interrogati. Quindi la Procura valuterà ciascuna posizione per decidere se chiedere, per ogni indagato, l'archiviazione o il rinvio a giudizio. La valutazione poi spetterà al Gip. E ieri la quinta Sezione della Cassazione (Rotella presidente), ha annullato con rinvio l'ordine di arresto di tre imprenditori, Rosario Ragusa, Giovanni D'Urso e Felice Naselli, dell'avvocato civilista Agatino Santagati, detenuti dal novembre del 2010 nell'ambito dell'operazione antimafia Iblis. Il Tribunale del Riesame di Catania aveva confermato le ordinanze di custodia cautelare per tutti e quattro gli indagati per presunte infiltrazioni mafiose nella realizzazione del centro commerciale "La Tenutella". La Cassazione ha accolto i ricorsi dei quattro indagati e annullamento con rinvio per un nuovo esame. Gli indagati erano difesi dagli avvocati Franzina Bilardo, Delfino Siracusano, Maurizio Magnano, Giuseppe Ragazzo, Vittorio Lo Presti, Mario Brancato. La Corte ha a anche rigettato i ricorsi presentati dai legali del deputato regionale del Pid Fausto Fagone, e dell'imprenditore Santo Massimino. I due restano in carcere. «Strano che contestualmente alla fissazione dell'udienza in Cassazione al provvedimento di annullamento riguardante i capi d'accusa inerenti "la Tenutella", sia stato notificato l'avviso di conclusione indagine a politici eccellenti». Lo afferma l'avvocato Mario Brancato, legale di Felice Naselli. «Tutto questo lascia ovviamente pensare che possa non trattarsi di una mera coincidenza - aggiunge il penalista - atteso che gli episodi relativi alla Tenutella erano uno dei fulcri dell'ipotesi di accusa».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/10/2011

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