Verso un rimpasto con spazio ai politici

Gazzetta del Sud Mario Cavaleri PALERMO Nessuna voglia di elezioni anticipate tra i partner della maggioranza che sostiene il governo. Non ne vede la ragione Raffaele Lombardo ma non le vuole neppure il Pd che col segretario regionale Giuseppe Lupo aveva fatto pensare a una posizione diversa, solo perché è stata travisata uan sua dichiarazione che recitava così: «Se dovesse precipitare la situazione nazionale si potrebbe considerare l'ipotesi di tornare al voto anche qui con un'alleanza Pd-Terzo Polo». Ipotesi col condizionale: dunque nulla di attuale. Resta invece l'appuntamento di domenica prossima in cui il partito farà il punto sul dopo amministrative e certametne formulerà a Lombardo la proposta di rafforzare l'esecutivo con la sostituzione di alcuni assessori che a questo punto saranno politici. Lombardo non è contrario però si ritaglia l'ultima parola: «Alla fine con tutto il rispetto, le decisioni le assumo io». Se ne parlerà a fine mese, dopo il convegno del 25 e 26 a Catania in cui il governatore riunirà l'Mpa per rinnovarlo e rilanciarlo. Una "costituente" che non dovrebbe in questa fase riservare particolari novità, se non la chiamata a raccolta dei militanti tra i quali sarà selezionata la classe dirigente futura. Ritonificato dagl ultimi numeri e dai rapporti con l'Udc di Pierferdinando Casini col quale c'è un ritrovato afflato, Lombardo punta a rafforzare l'alleanza dentro il terzo Polo, quindi con Fli e Api e con i nuovi soggetti nel frattempo germogliati in quest'area politica: «Il Terzo polo ha funzionato, soprattutto nei ballottaggi. È chiaro che bisogna lavorare per rendere omogenee queste forze. Le urne hanno dimostrato che il Terzo polo è centrale, essenziale, vincente e, dove si è alleato con il Pd, il successo è stato pieno. Una strada che si può seguire e che va costruita sul piano del programma e attorno a questo percorso, che abbiamo intrapreso, caratterizzato dalle riforme e dallo spirito di autonomia al quale io credo che si leghi la prospettiva della Sicilia». Lombardo si lancia poi in una nuova apertura verso il suo ex alleato Gianfranco Miccichè dal momento che Forza del Sud si è staccata formalmente dal Pdl per ritagliarsi un'autonomia: «Credo sia possibile riprendere il dialogo. Abbiamo già collaborato e possiamo farlo ancora, soprattutto se conferma la sua scelta di autonomia rispetto al Pdl». Ma Miccichè risponde tiepidament con Pippo Fallica: «Gianfranco ha sempre detto con chiarezza che per il Sud sarebbe stato disposto anche a scendere a patti con il diavolo. Tuttavia non crediamo che al momento ce ne sia bisogno, se poi si dovessero creare delle situazioni da estrema ratio allora e solo allora ne discuteremo». Con questi scenari tutto lascia pensare che la legislatura proseguirà senza particolari scossoni fino alla naturale scadenza del 2013. E Lombardo avrà il tempo di aggiungere qualche altro tassello alla sua rivendicazione di autonomismo, sui non ha risparmiato battute l'altro ieri a Roma al suo amico ministro leghista Roberto Calderoli: «Se noi avessimo abbinato all'autonomia del 1946 una grande forza regionale come hanno fatto i trentini, saremmo una delle regioni più ricche d'Europa. Non è mai troppo tardi e dobbiamo riprendere questa strada» Così, nel regalare a Calderoli una macchinetta spremiagrumi e un po' di arance rosse, nel sentirsi dire che il prossimo regalo lo avrebbe dovuto portare nella sede del ministero a Monza, ha risposto: «Quel giorno noi avremo anche la repubblica indipendente della Sicilia con capoluogo Palermo. O noi facciamo valere questa autonomia a pieno che, se vissuta politicamente nella consapevolezza dei siciliani equivale a una vera e propria indipendenza politica, culturale, morale, economica e sociale, oppure non abbiamo il diritto di lamentarci perchè le cose non vanno». In realtà le cose non vanno neppure per la Lega in quest'ultimo scorcio di scrutini e in molti si aspettano una energica sterzata da Pontida: distacco però improbabile nonostante la cocente sconfitta. Ed è forse per distrarre gli elettori leghisti dai problemi cruciali, che è rispuntata l'idea dei docenti del sud da escludere dalle scuole del nord. Una vena razzista periodicamente riaffiorante. Alla bisogna.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/17/2011

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