Cala il sipario sul Salina Festival

Cala il sipario sul Salina Festival Michele Merenda SALINA – È giunta al termine la quinta edizione del “Salina Festival”, originale rassegna di musica, cinema e musica. Articolata dal 24 al 31 luglio, la manifestazione è stata conclusa con la consueta consegna del premio “CineMareMusica”, dedicato a personaggi della cultura e dello spettacolo che hanno saputo portare nel mondo lo spirito mediterraneo della Sicilia e delle Isole Eolie. Sulla Terrazza del Municipio di Santa Marina Salina, il riconoscimento quest’anno è stato assegnato a Franco Scaldati con la seguente motivazione: “La sua scrittura e le sue interpretazioni, tra poesia e fotografia dei nostri tempi, sono come una finestra sulla vita”. Scaldati ha inoltre dedicato impegno alla riformulazione del dialetto palermitano ed attenzione al lavoro sul territorio con i laboratori all’Albergheria, uno dei quartieri più degradati del centro storico di Palermo. Sicuramente un autentico protagonista della scena teatrale italiana. Quest’anno, insieme alla musica, hanno avuto spazio le arti visive e la poesia. “Per questa edizione – ha spiegato il direttore artistico Massimo Cavallaro – abbiamo scelto il tema della lentezza, convinti che rallentare offra un’occasione preziosa per riscoprire luoghi e persone, per vederli diversi da come appaiono solo in superficie”. Nelle ultime giornate, a parte il concerto epocale della cantante africana Dudu Manhenga, da registrare durante il tardo pomeriggio di giorno 27, nella suggestiva Punta Megna di Rinella (frazione di Leni), il progetto “Parco acustico” che ha registrato la partecipazione dell’Università Milano-Bicocca, dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano e del il CNR-ITAE di Messina; un’iniziativa che ha preso vita grazie alla ballerina e pittrice Cinzia Fiaschi. Apposta per lei è stata infatti creata una colonna sonora con i suoni di Salina e l’artista, durante il tramonto, ha danzato e contemporaneamente dipinto un quadro astratto davanti al pubblico, traducendo in gesti e colori le emozioni che il commento sonoro le trasmetteva. La sera seguente, invece, nella Piazzetta delle Palme sempre di Rinella, la cantante Oriana Civile ed il polistrumentista Maurizio Curcio si sono esibiti in un concerto dal titolo “Arie di Sicilia”. Un progetto che presentava un intento duplice: da un lato la rigorosa ricerca di canzoni e melodie siciliane che vanno a ritroso fino ai primi del XIX secolo, preservandole così da una inevitabile sparizione; dall’altro, la raffinata trasposizione di questi motivi in una chiave attuale, grazie alla limpidissima, espressiva e stentorea voce della Civile e la perizia di Curcio, i quali hanno adoperato degli effetti e delle sovra incisioni senza snaturare il pathos che sta alla base di questa ricca tradizione. Rammentiamo che il sipario del festival si è aperto con la poetica di Ivan, riferimento della Poesia di Strada, seguito dalla mostra fotografica dello scomparso Melo Franchina e, tra le altre proiezioni, da registrare il pluripremiato documentario “Waste Land” di Vic Muniz. (nella foto: il poeta Ivan al faro di Lingua)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/3/2011

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