Gazzetta del Sud
Santino Calisti
Siracusa
La protesta di autotrasportatori, agricoltori e pescatori riunitisi sotto la sigla "Forza d'Urto", in corso da due giorni, soffoca la già debole economia siciliana e causa disagi sempre più gravi. In tutte le città le code ai distributori di benzina sono una scena ricorrente, ma a differenza di lunedì ieri diverse stazioni di servizio hanno esaurito il carburante.
La protesta peraltro si allarga e diventa sempre più difficile controllarne gli effetti. I mercati ortofrutticoli di diverse città, alcuni dei quali strategici come quello di Pachino, da dove partono i carichi di pomodoro ciliegino e zucchine, hanno chiuso i battenti.
Ma ci sono anche altri aspetti di questa protesta che preoccupano. Per quanto gli organizzatori ripetano che la loro sia una manifestazione civile, che non intende creare problemi di alcun genere ai cittadini ma solo sensibilizzare gli autotrasportatori affinché si schierino dalla loro parte, alcuni episodi fanno pensare a una situazione ben diversa. Il più grave è quello accaduto all'alba di ieri all'ingresso di Lentini dove un ambulante di prodotti ortofrutticoli di 32 anni ha insistito per passare e andare a lavorare al mercato. L'ambulante, dopo un'accesa discussione, è passato ma poi tre manifestanti lo avrebbero inseguito con un'auto e di nuovo bloccato. Stavolta l'ambulante è sceso armato di un coltello ed ha sferrato un fendente che ha ferito uno dei suoi aggressori alla guancia. Il ferito è stato medicato in ospedale. La prognosi è di 25 giorni. L'ambulante è stato rintracciato dalla polizia e denunciato a piede libero per lesioni.
Più di una persona, e non solo autotrasportatori in viaggio per lavoro ma anche semplici automobilisti, si sono lamentati perchè nell'attraversare i blocchi i loro veicoli sono stati colpiti con pugni e calci dai manifestanti. Ad Avola alcuni commercianti che avevano aperto le loro attività avrebbero ricevuto la visita di manifestanti che li avrebbero convinti ad abbassare la saracinesca. La maggior parte dei negozi della città non ha aperto.
Ad inasprire la protesta hanno contributo anche decine di studenti che si sono sdraiati sulla " 115", dove il traffico è rimasto bloccato per una ventina di minuti. Altro episodio di violenza è stato registrato a Gela dove in via Bresmes è stata mandata in frantumi la vetrina di una tabaccheria il cui gestore non aveva aderito allo sciopero.
Difficile la situazione nella zona industriale di Priolo dove i blocchi impediscono alle autobotti di entrare ed uscire dalle raffinerie per caricare le benzine. Automezzi dei manifestanti sono parcheggiati su entrambi i lati della statale 114, davanti agli stabilimenti petrolchimici. Situazione analoga ad Augusta dove ieri hanno partecipato alla protesta un centinaio di manifestanti con una trentina di automezzi. Presidi di manifestanti sono spuntati in corso Sicilia, all'ingresso della città e sulle strade che portano a Brucoli, a Carlentini e alla raffineria Esso. I manifestanti hanno consentito solo l'ingresso e l'uscita dallo stabilimento dei turnisti. Si sono svolte invece regolarmente le operazioni di carico e scarico ai pontili petroliferi e nel porto commerciale, come ha reso noto la Capitaneria di Porto di Augusta.
"Sotto assedio" anche l'altro polo petrolchimico siciliano, quello di Gela, davanti al quale i tir parcheggiati su entrambi i lati della strada hanno lasciato solo uno stretto corridoio per il passaggio delle auto.
Tornando alla provincia di Siracusa, la protesta ieri ha "contagiato" anche Noto dove i manifestanti si sono riuniti in piazza Municipio esibendo striscioni, intonando slogan e distribuendo volantini con le rivendicazioni del movimento "Forza d'Urto". Rispetto a lunedì più commercianti hanno deciso di non aprire i negozi.
Gli effetti dei blocchi sul traffico sono stati anche ieri pesanti in tutta la Sicilia. La presenza di una quarantina di mezzi pesanti sulla Palermo-Sciacca ha paralizzato il traffico all'altezza di San Cipirello. A Catania gli autotrasportatori in rivolta hanno presidiato coi loro tir il casello autostradale di San Gregorio, sia in direzione Catania, sia in direzione Messina.
Anche Santo Stefano di Camastra, il paese della ceramica, partecipa allo sciopero degli autotrasportatori contro la manovra del Governo. Oggi si prevede l'incolonnamento , sulla via Vittoria (la "113" che attraversa il paese) , dei mezzi pesanti.
Contro i blocchi sono schierate le principali organizzazioni degli imprenditori (Confindustria, Confartigianato, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confocommercio, LegaCoop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative) che parlano di «forme di protesta inaccettabili» e lanciano un appello alle istituzioni per evitare ulteriori danni all'economia regionale. Come i manifestanti, i rappresentanti delle principali organizzazioni delle imprese accusano il Governo e la Regione di avere messo in ginocchio l'economia della Sicilia. Ma proprio alla luce di un tale quadro «considerano inaccettabili le forme di protesta adottate in queste ore».
«Le associazioni esprimono poi preoccupazione per gli episodi di intimidazione messi in atto nei confronti di imprenditori in numerosi centri – si legge nel documento – e denunciano i tentativi di infiltrazioni criminali e di strumentalizzazioni politiche che nulla hanno a che vedere con le ragioni delle imprese. Pertanto – prosegue il documento – si chiede a tutte le istituzioni, a partire dalle Prefetture, di attivarsi per garantire insieme alla libertà di manifestare democraticamente, anche la libertà delle imprese e dei cittadini, assicurando l'elementare diritto di impresa e di lavoro, e garantendo la libera circolazione di merci e persone».
Stiamo registrando il sopruso di una piccola minoranza ai danni di tutti gli altri siciliani. Poche centinaia di persone che con arroganza occupano i binari, rischiando di essere investiti e mettendo a dura prova l'incolumità di tanti ferrovieri e passeggeri». Ad affermarlo in una nota è Giacomo Fazio, presidente del Comitato Pendolari Sicilia, Patto Pendolari Italiani che aggiunge: «No non ci stiamo a questo vandalismo. In democrazia è lecita ogni protesta civile, non bloccare la mobilità di merci e persone. Che questa tattica da guerriglia ci sia risparmiata».(Hanno collaborato Maria Di Stefano, Silvio Breci, Sebastiano Salemi, Corrado Parisi, Salvatore Moncada, Rosario Raffaele)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/18/2012
dalla nostra Daniela Bruzzone
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