Gazzetta del Sud
Peppuccio Subba
Lipari
Chi ha deciso di vivere in una piccola isola ha messo nel conto della sua esistenza le difficoltà connesse all'insularità. Ma "nel lungo inventario dei disagi e dei pericoli" non figurava, fino a qualche anno addietro, il rischio della vita.
L'evento pericoloso è diventato realtà, come è successo nei giorni scorsi quando un'isolana, all'ottavo mese di gravidanza, per un distacco della placenta ha perso il feto, forse per il ritardato intervento sanitario, causato dalla chiusura del punto nascita nell'ospedale di Lipari.Infatti, nell'ottica del rientro della spesa sanitaria, il nosocomio eoliano è stato fortemente ridimensionato.
Tale precaria situazione costringe gli isolani a recarsi fuori sede, anche per la cura di banali patologie, e sopportare pesanti oneri fisici, psicologici ed economici. Il problema più sentito è quello della eliminazione del reparto di ostetricia. Le gestanti sono, quindi, costrette a scegliere tra due soluzioni: trasferirsi, con largo anticipo rispetto alla data della nascita del figlio, e accollarsi i costi del soggiorno fuori dell'isola di residenza; ovvero attendere i segnali premonitori del parto ed essere trasferite, con eliambulanza del 118, in un nosocomio della terraferma.
Sul versante sanitario delle Eolie, da qualche giorno, la situazione si è aggravata in quanto è sorto un problema per il rifornimento dei farmaci. Da sempre gli appositi involucri, contenenti le medicine, venivano recapitati, alle farmacie e sportelli farmaceutici delle sette isole dell'arcipelago, con gli aliscafi di linea. Pare che tale sistema di consegna non sia conforme alle disposizioni vigenti in materia, che impongono il trasporto con furgone chiuso costretto a utilizzare, per il passaggio via mare, solo i traghetti. Si tratta di una procedura, facilmente adottabile nei paesi della terraferma, ma di difficilissima attuazione nelle piccole isole.
Infatti, il furgone, utilizzato per il trasporto dei farmaci, nelle Eolie, dovrebbe effettuare, in giorni diversi, sette trasferimenti (uno per ciascuna isola) con costi spropositati, specie quando le quantità di farmaci sono irrisorie. Ma si allungherebbero, così, anche i tempi di consegna, in atto quotidiani. Se non si trova un'adeguata soluzione il "pellegrinaggio via mare" degli eoliani dovrebbe essere effettuato anche per l'acquisto delle medicine. Per i farmaci salvavita, volti a curare urgentemente patologie, i ritardi nell'approvvigionamento potrebbero avere esiti gravi o addirittura letali.
Qualcuno suggerisce di trasportare nelle Eolie i farmaci con mezzi aerei come, sicuramente, avviene per le isole Pelagie e Pantelleria. Così il via vai degli elicotteri, impiegati, quasi quotidianamente, per trasportare infermi bisognosi di cure non garantite in loco, si intensificherebbe a dismisura con ulteriori e spropositati costi per la regione. La soluzione più facile sarebbe quella di dotare gli aliscafi di appositi contenitori riservati, esclusivamente, al trasporto dei farmaci. È auspicabile che tale ulteriore problema venga risolto con urgenza per tutelare la vita degli eoliani, già provati duramente da un'insularità accentuata dalla grave carenza dei collegamenti marittimi.
(peppepaino@gmail.com)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/8/2012
dalla nostra Daniela Bruzzone
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