COMUNICATO STAMPA
Devo confessare, con una certa amarezza, che anche se tendenzialmente pessimista, non avrei mai immaginato che l’unicità di trattamento dei Lavoratori, a gran voce sostenuta da tutte le OO.SS., all’approssimarsi della “strana” privatizzazione del prestigioso “Gruppo Tirrenia”, potesse fare in realtà una fine così ingloriosa.
Avevamo infatti negli anni scorsi, noi della Uiltrasporti in particolare, sostenuto con forza e determinazione che la privatizzazione del Gruppo avrebbe dovuto comunque realizzare soluzioni contrattuali e salariali e garanzie occupazionali assolutamente omogenee per tutti i Lavoratori del Gruppo a prescindere dall’acquisizione di ogni singola Azienda da parte dei diversi acquirenti ed in questa direzione avevamo anche ottenuto formale impegno del Governo.
Quello che purtroppo è invece malauguratamente avvenuto , per responsabilità non certo dei dipendenti, è sotto gli occhi di tutti e le condizioni dei lavoratori sono molto diverse le une dalle altre a seconda della azienda di appartenenza.
Credo che possiamo indicare con tutta tranquillità i più fortunati, quelli della ex Tirrenia e i più sfortunati, quelli della ex Siremar. Ci riserviamo invece di collocare tra i primi o tra i secondi, i lavoratori delle altre società regionali, Caremar, Toremar, Saremar e Laziomar le cui situazioni sono ancora molto confuse e diverse tra loro, tali da non permettere una compiuta valutazione del sindacato.
Ma tornando ai più “fortunati”, cioè i marittimi dell’ex Tirrenia oggi Cin, non abbiamo nessuna esitazione a testimoniare quanto il clima di buone relazioni industriali ci permetta di affrontare le problematiche comunque esistenti con serietà e nella comprensione e nel rispetto delle diverse posizioni permettendo così la realizzazione di intese equilibrate.
Quello che al contrario sta accadendo nell’ex Siremar, oggi Compagnia delle Isole, ha dell’incredibile. Poco ci consola la nostra lungimiranza e le nostre azzeccate previsioni avanzate in tempi non sospetti, circa la catastrofe a cui l’Azienda e i suoi Lavoratori andavano incontro, in quanto consapevoli che una acquisizione maturata e viziata da scelte politico-partitiche, quelle della Presidenza della Regione Siciliana dell’ex Governatore, Lombardo e non da una intrapresa prettamente industriale, avrebbe inevitabilmente comportato.
Siamo quindi di fronte a una Società i cui azionisti si compongono e scompongono con velocità impressionante ma che non ha assolutamente né una chiara strategia industriale e commerciale né la indispensabile solidità finanziaria, a parte i 53 milioni di Euro annui erogati dallo Stato, per sostenere un progetto di consolidamento e di sviluppo delle attività assolutamente necessarie perle nostre 14 isole minori.
L’unico chiaro e dichiarato obiettivo che sembra voglia pervicacemente perseguire e quello di mortificare i lavoratori riportando le loro condizioni economiche e contrattuali a quelle di diversi decenni addietro e quello di azzerare ogni forma di rappresentanza dei lavoratori.
Ebbene sappiano questi Signori, a partire dal Presidente della Società, che il sindacato non permetterà tutto ciò e combatterà strenuamente per la tutela dei diritti dei lavoratori e della difesa della loro dignità.
Mi auguro infine che l’attuale Governo Regionale apra, come formalmente richiediamo, una seria, approfondita e trasparente inchiesta sulle ragioni e sulle modalità della fideiussione di circa 38 milioni di euro accordata alla Compagnia delle Isole per l’acquisizione della società Siremar.
Palermo 18 febbraio 2013 Dipartimento Nazionale Marittimi
(Agostino Falanga)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/18/2013
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