SEGUE
E a farlo non è di certo come scrisse il fantasioso Barrica, un fantomatico effetto di risucchio dovuto alle eliche dei diportisti, anche se non si era sbagliato di molto infatti la causa sono si i diportisti, ma non a causa delle eliche bensì a causa delle loro ancore.
Una grossa ancora danfort in dotazione a barche da svariate tonnellate di stazza, ara il fondale di Pollara come un coltello rovente entra nel burro. Ciò che viene arato è la nostra unica vera difesa attiva
contro l’erosione delle coste, la prateria di Posidonia Oceanica.
Questa incredibile pianta marina endemica del mare nostrum è una collezionista di record: dà vita all’ecosistema più bioproduttivo del nostro pianeta, appunto la prateria di Posidonia, l’organismo di vasto,
in Spagna mediante l’esame del DNA è stato identificato un unico organismo che si è accresciuto per rizomatosi (crescita clonale, cioè può essere considerato un’unica pianta) lungo più di 20 Km e
considerando la sua ridottissima velocità di crescita si è stimato che la stessa formazione abbia una vita dell’ordine dei millenni. Ma il record che ci interessa più di ogni altro è la straordinaria capacità della
prateria di abbattere l’energia presente nel moto ondoso. Sappiamo che la Posidonia arriva ad abbattere fino al 70% l’energia che il mare manifesta contro i litorali. Dico 70% è un numero enorme, rendersi conto di ciò che implica capire intimamente perché la
spiaggia di Pollara sta definitivamente scomparendo.
Ne parlai con l’Amministrazione Comunale ed anche con quella Regionale, che anzi rispose positivamente agli appelli ed impose all’Amministrazione Comunale, mediante delle prescrizioni alla
realizzazione della messa in sicurezza dello scalo di alaggio “Galera”, l’interdizione al diportismo di tutta la baia di Pollara. Oggi l’ente appaltante i lavori dello Scalo “Galera” non è più il Comune di Malfa ma un organo Regionale, ciò non di meno della protezione della Baia non se ne è sentito più nulla.
Costruire barriere, o trappole soffolte come le chiamano ora, non servirà a nulla se non salveremo le praterie. Dobbiamo agire subito ma purtroppo dovremo attendere decenni perché il sistema ritorni agli
antichi fasti. Infatti come anticipato i tassi di crescita delle praterie sono molto bassi, dell’ordine dei centimetri all’anno, quando invece un solo superyacht in una giornata di “rema” può arare e ridurre a zero
centinaia di metri quadri di prateria in qualche ora.
Per l’Amministrazione Comunale pro tempore l’idea di dover interdire la baia al diportismo sembrava assurda ed autolesionista, io invece mi domando cosa realmente porti di vantaggioso il diporto alle Isole, e non parlo di un diporto correttamente gestito, magnifica visione pindarica, ma di quello reale, fatto di imbarcazioni talmente grandi da non aver bisogno di nulla da terra se non esclusivamente degli
scenari che le nostre meravigliose perle offrono. I piccoli natanti capisco bene che sono una importante linfa del ns mercato turistico, ma in realtà le piccole imbarcazioni sono quelle che fanno meno danno e che più semplicemente possono essere gestite, per esempio con gavitelli in affitto, chiodati direttamente sulla roccia evitando l’ancoraggio dove vi è Posidonia.
Ma l’Amministrazione ha continuato a non capire il perché si svuotasse la spiaggia e ritenere che costosissime opere marittime potranno salvare qualcosa che in conseguenza stessa dell’impatto visivo di quelle opere smetterà di esistere, la magia di Pollara.
Ing. Francesco Mirabito
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/13/2013
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