Turismo, nuova legge per rilanciare il settore

Turismo, nuova legge per rilanciare il settore Palermo- Continuano le audizioni dell'assessore regionale al Turismo, Titti Bufardeci, che ha avviato l'iter per la definizione di un disegno di legge per la riforma del turismo in Sicilia. Oggi sentirà i rappresentanti delle imprese turistiche che sono state invitate a presentare proposte e consigli basati sull'esperienza e su necessità concrete. Bufardeci, secondo quanto da lui stesso dichiarato, vuole arrivare, in tempi brevi: «ad un testo partecipato e condiviso del sistema turistico siciliano».Si spiegano così le audizioni che, sino ad ora, hanno visto protagonisti l'Unione regionale delle province, l'Associazione dei comuni d'Italia, l'Unioncamere, i sindacati. Oggi, torneranno al tavolo indetto dall'assessore, Federturismo, Confturismo, Assoturismo, Federalberghi. Nell'agenda dei lavori è inserita anche la questione che riguarda il futuro delle Aziende autonome Soggiorno e turismo che, in base alla legge in vigore, sarebbero dovute essere cancellate. La nuova legge, a quanto pare, potrebbe rivedere la norma. Una delle proposte si basa sulla necessità di non lasciare senza un presidio regionale operativo le più rinomate località turistiche siciliane. Diversa è, però, la proposta che Federalberghi-Uras avanzerà alla Regione relativametne ad un Consiglio Regionale per la promozione e sviluppo e ad Enti provinciali di Promozione che potrebbero prendere il posto della Aast e Aapit. Tutta da rivedere la questione dei Distretti turistici, previsti nella legge dell'ex assessore Fabio Granata. A proposito della crisi che sta interessando, in questo periodo, l'industria turistica siciliana, Il presidente dei Federalberghi Unione regionale albergatori siciliani Sebastiano De Luca ha una sua opinione che assomiglia, in qualche maniera, ad una denuncia. «La crisi nel settore alberghiero –dice- è evidente. Non mi sembra, però, che la situazione sia stata ben inquadrata. Molte delle presenze che mancano negli alberghi sono transitate nei B&B e nelle Case albergo. Si giustificano, così, le statistiche che sono state diramate negli ultimi mesi. Il calo in Sicilia potrebbe essere meno drammatico di rispetto a quanto si legge nei tabulati. Tutto dipende dal fatto che i B&B e le altre strutture ricettive non sono effettivamente controllate, forse nemmeno dal punto di vista fiscale. Nessuno, effettivamente, sa quante presenze assorbono. Chiediamo –dice De Luca- una seria normativa anche in questo settore così come avviene negli alberghi».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/29/2008

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