Le manifestazioni che si svolgono a Lipari durante la settimana Santa suscitano ancora oggi nell’animo d’isolani e turisti grande devozione e partecipazione. Il ciclo si apre la domenica delle Palme con il rito della benedizione e con la successiva processione che dal centro del paese si snoda fino alla cattedrale di San Bartolomeo, racchiusa all’interno della possente fortezza spagnola che domina la città. Il pomeriggio della stessa domenica il gruppo “Cantori popolari delle isole Eolie” anima la Via Crucis. Le stazioni si snodano lungo la via principale dell’abitato del castello, fra i padiglioni del museo archeologico Luigi Bernabò Brea, le chiese dell’Addolorata, la chiesa dell’Immacolata, la cattedrale, fino a giungere all’interno del teatro dove avviene la crocefissione di Cristo. La processione è scandita da canti delle coreute che sono la voce del coinvolgimento e del pentimento, vissuti in prima persona e ideologicamente rappresentano il popolo. Esse indossano una maschera bianca inespressiva, dietro la quale si cela appunto il genere umano, spettatore attonito per tale accanimento ma appassionato, lacerato nell’intimo, quando si confronta con il proprio destino e lo fa avvicinare ancor di più al dramma della morte di Cristo. I riti proseguono con le celebrazioni del giovedì Santo e con la suggestiva processione delle varette del venerdì che, partendo dalla chiesa dell’Addolorata, conduce al corso principale, nel silenzio più assoluto, interrotto soltanto dalle grevi note della banda musicale e dai bambini che agitano le trottole rumorose. Sfilano una dopo l’altra le statue raffiguranti la passione e morte di Cristo; le accompagnano tutte le confraternite dell’isola, ognuna con il proprio vessillo listato a lutto e indossando i costumi religiosi. L’ultimo solenne momento della settimana è rappresentato dalla processione della domenica di Pasqua, a conclusione della solenne messa in cattedrale, si snodano per le vie cittadine due processioni che s’incontrano a Marina Corta. Qui, dopo essersi salutate, abbassando per tre volte i propri stendardi, le confraternite si mettono da parte affinché il simulacro del Cristo risorto e quello dell’Addolorata possano fare lo stesso, abbassandosi l’una d’innanzi all’altra in segno di saluto. Al terzo inchino, quando ormai le statue sono vicinissime, alla Vergine Maria è tolto il manto nero dal quale volano via innumerevoli colombe bianche; tutto ciò tra il suono delle campane, gli inni trionfali della banda, lo scoppio dei fuochi d’artificio e l’applauso della folla che si leva in alto festoso.
di Melissa Prota
Data notizia: 3/25/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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