Tirreno, allarme mucillagini

Tirreno, allarme mucillagini Lipari- Metri e metri di reti piene di Mucillagine. Amara sopresa per i pescatori eoliani e della costa tirrenica chiamati a fare i conti con un problema non nuovo da queste parti. Ma in atto, se non irrisolvibile, quanto meno di difficile soluzione. Se non altro perchè a distanza di tanti anni da quanto accaduto nell'Adriatico e più recentemente nelle trasparenti acque della Croazia e della stessa Sicilia, il mondo della scienza ancora non ha delle risposte certe nè sulle cause scatenanti, nè sui rimedi da adottare per debellare il fenomeno. I pescherecci di Lipari ieri, ad esempio, non hanno potuto fare altro che rientrare nei porti di Marina corta e Sottomonastero. I pescatori sono stati costretti a lavare in fretta e accuratamente i loro attrezzi da pesca per evitare che quella sostanza muco-gelatinosa di colore verdastro li "cementifichi". Al contatto con l'aria e al sole, infatti, questo prodotto secreto in quantitativi esagerati dalle alghe microscopiche marine ma derivante anche dal disfacimento post-mortem delle microalghe stesse, si solidifica nel giro di due o tre ore. Processo che se non arrestato per tempo, sancisce la distruzione delle reti per migliaia di euro di danni. Ma anche dei palangari, delle lenze e delle nasse e persino delle totanare. Per gli addetti ai lavori, pertanto, sempre più increduli per le sorprese negative che continua a regalare il mare, olio di gomito per salvare il salvabile. In fermento le cooperative aderenti, in particolare a Federcoopesca. Il presidente de " L'Aurora" Angelo Pittari, ha sollecitato proprio Federcoopesca ad attivarsi per l'esecuzione dei necessari controlli "al fine di comprendere la natura della sostanza e per rilevare i danni che la stessa sta causando alle marinerie dell'intera provincia". Sulla quesitone è prontamente intervenuto il responsabile regionale, Angelo Mancuso. " Dobbiamo innanzitutto capire se si tratta di un fenomeno occasionale o se si tratta di una situazione che può assumere carattere ciclico", ha dichiarato l'esponente di Federcoopesca che si trova a Roma dove ha iniziato a mobilitare l'Icram, il Cnr e le Università. Una mobilitazione che non può non risparmiare i politici dal ministro Paolo De Castro all'assessore regionale Nino Beninati. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, ignaro di quanto stesse accadendo è stato incredibilmente informato intorno alle 17 di ieri pomeriggio, dalla stampa. Dopo aver fatto i primi approfondimenti ha, ovviamente, dichiarato che solleciterà chi di competenza a voler intraprendere le azioni più opportune. Ma va ricordato che il mare, come sostengono gli esperti, è in primo luogo uno spazio di vita che regola il clima del pianeta e che risente delle sue macro- modificazioni indotte dalle attività umane spesso antiecologiche. Ma c'è anche il cambiamento climatico in corso, con il suriscaldamento del mare, che ostacola il rimescolamento delle acque nell'intero Mediterraneo, provocando la scomparsa proprio di quelle micro alghe che costituiscono la base della catena alimentare marina. Secondo un rapporto dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare, è diminuito anche l'assorbimento di anidride carbonica da parte del mare. E una stima prudenziale indica in circa mezzo milione di tonnellate di Co2 il quantitativo sottratto all'atmosfera solo nella zona di mare compresa tra il golfo di Napoli e le Isole Eolie. Il mare insomma chiede aiuto.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/12/2007

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