7/8 mliardi per le infrastrutture

Confermato in extremis per domani il Cipe dedicato alle infrastrutture, ma con un ordine del giorno meno ampio del previsto e strettamente limitato alle grandi opere. Niente distribuzione integrale del «fondo Scajola», niente redistribuzione complessiva del Fas, per ora. Tutto rinviato all'anno nuovo. In attesa che si trovi un accordo interministeriale sul Fondo per le aree sottoutilizzate, in chiave più marcatamente anti-crisi, saranno distribuiti domani 7- 8 miliardi per la realizzazione delle grandi opere. In questa cifra sono ricompresi, però, i 2,8 miliardi già assegnati direttamente dal decreto legge anti-crisi a Fs, Tirrenia e Anas. Nella delibera del comitato anticrisi in preparazione, 800 milioni sono destinati al Mose, pescando da una prima tranche dei 2,3 miliardi destinati dallo stesso Dl 185 alla legge obiettivo. Gli altri 4 miliardi arriveranno dai fondi nazionali del Fas, senza toccare quelli regionali, come "promesso" dalla manovra del Governo: solo questa tranche rispetterà il vincolo di destinazione per l'85% al Sud e il 15% al Centro-nord. È probabile che parte di questi 4 miliardi andrà alle piccole opere. È stato lo stesso ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a ricordare ieri che «è necessario finanziare non solo le grandi, ma anche le piccole opere, a partire dalle scuole». La redistribuzione complessiva del Fas è un'operazione che il Governo ha tentato in questi mesi, dietro le quinte, più volte, senza mai riuscire a trovare un accordo complessivo. L'ultima manovra del Dl 185 ha mandato per aria anche l'ipotesi di delibera Cipe che era stata messa a punto in ottobre-novembre, con tre mosse nuove: la destinazione diretta di altri 2,8 miliardi a Fs, Tirrenia e Anas; la creazione di un «fondo Sacconi» per distribuire parte delle risorse agli ammortizzatori sociali; la garanzia data ai Governatori che nella ripartizione non sarebbero rientrati i fondi regionali. Questi nuovi paletti e tenendo conto di quelli già fissati dal decreto legge 112 a luglio (per esempio il salvataggio dei programmi nazionali già esaminati dal Cipe, pari a 11,5 miliardi) avevano ridimensionato la quota nazionale disponibile immediatamente per la redistribuzione a soli 8,5 miliardi. D'altra parte, Tremonti vuole agire sui fondi europei per accrescere la dote disponibile e soprattutto per far fronte alle esigenze di una cassa che il Fas non ha per il 2009. Da qui nasce l'idea del ministro di una sorta di swap da 4 miliardi per usare i fondi comunitari come anticipo di cassa da restituire con il Fas, quando, a partire dal 2010, matureranno le disponibilità anche per quel fondo. Giorgio Santilli Tratto dal Sole 24 ore-17 dicembre 2008

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/17/2008

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