Gazzetta del Sud
Lucia Zuccarello
La "voce" sanità in Sicilia deve fare i conti con i crudeli numeri dei bilanci. Ma se il contenimento dei costi è indispensabile per far funzionare un comparto che paga lo scotto pesante di sprechi e cattiva gestione, la sfida a monte è riuscire però a conciliare le "difficoltà di cassa" con la qualità. Se n'è discusso ieri nel corso di un convegno organizzato dalla Uil all'ex Mandalari sulle prospettive della ospedalità pubblica in città e in provincia. Il dibattito coordinato dal segretario provinciale della Uil, Costantino Amato che ha sottolineato la necessità di rafforzare il confronto con le istituzioni e la classe politica a garanzia del diritto alla salute e dei livelli occupazionali, si è aperto con l'intervento di Giuseppe Calapai, segretario provinciale Uil-Fpl, il quale ha tracciato, dati alla mano, un'ampia disamina della sanità messinese, soffermandosi sulle ricadute a livello locale del Piano di rientro deciso dal Governo regionale. Calapai ha posto l'accento sui punti di debolezza della rimodulazione della nuova rete ospedaliera che, a suo giudizio, non tiene conto della disomogeneità del territorio, "penalizzando con un ulteriore taglio di 71 posti letto soprattutto gli ospedali della zona tirrenica e nebroidea che, per il contesto orogeografico, presentano criticità nell'assistenza sanitaria". La "terapia" per guarire dallo spreco secondo Calapai è quella di «creare una rete integrata territoriale tra gli operatori sanitari e investire nella formazione professionale e nelle innovazioni tecnologiche». Ma nella corsa ai tagli la sanità siciliana viaggia a velocità diverse e il sindacalista ha evidenziato come «la provincia di Messina continui ad essere la più penalizzata». Il convegno è stato anche l'occasione infatti per discutere della questione del Polo oncologico, dove già si sono spesi circa 18 milioni di euro, e stigmatizzare le ventilate scelte del Governo regionale a favore delle città di Palermo e Catania.È stato poi il direttore generale dell'Ausl 5 Salvatore Furnari a mettere in rilievo la necessità, condivisa dal direttore dell'Azienda Papardo, Gaetano Sirna, di istituire a Messina un'Azienda unica per gli ospedali Piemonte, Papardo e S. Vincenzo di Taormina. Ovvero creare un'azienda di rilievo nazionale nell'assistenza sanitaria all'interno della quale gestire il Polo oncologico e utilizzare così le professionalità presenti a Taormina e gli spazi e le attrezzature del Papardo. Altro punto controverso, poi quello relativo all'ospedale ex Margherita per il quale la Uil ha ipotizzato l'opportunità di una trasformazione in struttura di riabilitazione da affidare all'Irccs Centro Neurolesi. Proposta che ha trovato ampi margini di apertura con il sostegno del prof. Dino Bramanti, direttore dell'Irccs, il quale ha auspicato «l'avvio di una sinergia a livello istituzionale per cercare una fonte di finanziamento e realizzare nel nosocomio di Viale della Libertà una sede per il primo soccorso dei disabili e un centro di riabilitazione specializzato per patologie specifiche».
All'incontro hanno preso parte anche il segretario generale Uil Fpl, Carlo Fiordaliso e quello regionale Enzo Tango e il segretario regionale Uil Sicilia Claudio Barone i quali hanno rimarcato come il problema della sanità isolana non sia solo collegato alle scelte di riorganizzazione ma soprattutto alle strategie politiche e alla loro attuazione sul territorio. «Fino a quando non si colpiranno gli sprechi e le sacche di privilegi – ha detto Tango – non si potrà risanare quella parte del sistema sanità che è davvero malata».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/4/2009
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