Lipari- Con lo Stromboli che torna progressivamente alla sua normale attività, sono ora le polemiche sulla gestione allarmistica dell'emergenza a Lipari, a tenere banco. Da ogni angolo del centrosinistra eoliano piovono critiche sull'operato del commissario di Protezione civile, Mariano Bruno, in materia di informazione per la prevenzione, dal 2003 in poi, e di riflesso sul Dipartimento nazionale. Dalla lettera dei responsabili locali di Margherita e Ds, Saverio Merlino e Pino La Greca, a Guido Bertolaso, allo stesso Bruno e per conoscenza al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni, al comunicato del movimento giovani eoliani e Sinistra giovanile con in testa, Livio Sciacchitano, Giuseppe Cincotta, Giacomo Biviano. Tutti a sottolineare che non corrisponde al vero quanto affermato in collegamenti e trasmissioni televisive. Non è vero, cioè, sostengono con forza gli scriventi, che nell'isola di Lipari la popolazione, martedì pomeriggio, subito dopo l'allarme, si è allontanata dalla costa in maniera calma e tranquilla. Tutt'altro. " L'assenza di informazioni e la sollecitudine dell'allarme dato dai Carabinieri- hanno evidenziato Merlino e La Greca- ha trasmesso alla popolazione paura e panico" e si sono sfiorati anche gravi incidenti automobilistici. Per fare chiarezza, accettando anche alcune delle contestazioni , interviene, direttamente, chi ha dato il via, materialmente, al piano di emergenza. Cioè, il direttore dell'ufficio emergenze della Protezione civile, prof. Bernardo De Bernardinis. "Critiche dal centrosinistra perchè a Stromboli si sapeva cosa fare e a Lipari no? Hanno ragione", ammette, " anche se l'allertamento è stato dato. C'è stato, però, un disallineamento nell'informazione. Evidentemente la lingua italiana ogni tanto si presta a delle ambiguità. Praticamente, nel trasferire l'allertamento, è stato assunto quello scenario di piano che in realtà ancora non c'è e che deve essere costruito e approntato con una esercitazione guidata. Un piano assolutamente catastrofico che reputo comunque di remota applicazione perchè al massimo a Stromboli può verificarsi quanto accaduto alla fine del 2002". Il responsabile per le emergenze del Dipartimento tiene anche a sottolineare che non c'è stata disattenzione. " Siamo riusciti addirittura ad anticipare l'evento effusivo e l'apertura delle bocche sul vulcano". Va però data maggiore informazione. " In questi anni- osserva De Bernardinis- lo sforzo è stato notevolissimo. Il sistema di monitoraggio dello Stromboli è uno dei più avanzati al mondo. Tuttavia occorre ritoccare qualcosa proprio nella comunicazione alle popolazioni. Va di conseguenza predisposto un piano dettagliato". Il prof. De Bernardinis si è soffermato anche su un'altra emergenza, più concreta rispetto agli tsunami, presente alle Eolie. Quella relativa alle mareggiate. Nella frazione di Acquacalda si attende con ansia il nulla osta regionale al VIA per il progetto di messa in sicurezza dell'abitato costiero, flagellato dai marosi invernali. " Purtroppo noi - dichiara l'esperto- non possiamo derogare alle norme sull'impatto paesaggistico ambientale. Tra l'altro è una condizione che la commissione europea ha chiesto ai paesi membri. Ma è evidente che si deve tener conto dell'esposizione ai pericoli delle popolazioni interessate. Aspetto molte volte trascurato dalla parte politica-istituzionale".
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/3/2007
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