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Salvatore Parlagreco
Contrordine, tutto sotto sopra. Come al gioco del "tocco", il padrone diventa “sotto” e viceversa. E’ così che sarebbe capitato con il ticket del vertice regionale Pdl: fino alla tarda sera di lunedi Giuseppe Castiglione è stato il coordinatore della Sicilia e Domenico Nania il suo vice, ex FI il primo ed ex An il secondo. Poi, dopo un braccio di ferro durato parecchie ore, verso le 14 è cambiato tutto: Domenico Nania è stato nominato coordinatore e Giuseppe Castiglione è stato declassato a vice. Queste le voci giunte a Palermo nel primo pomeriggio, che vi raccontiamo così come ce le hanno fatte sapere. Siccome a raccontarcele è persona attendibile non abbiamo avuto indugio a diffonderle. Che cosa ha provocato il mutamento radicale? I due ex partito non c’entrano niente. Nessun colonnello di AN si è speso a favore di Domenico Nania, la partita si è giocata tutta nel terreno degli azzurri. La scelta di Castiglione, vicino al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ed al Presidente del Senato, Renato Schifani, avrebbe significato una dichiarazione di guera nei confronti del sottosegretario Gianfranco Miccichè, che capeggia l’altra corrente storica azzurra in Sicilia, e il governatore Raffaele Lombardo, leader del MPA e, soprattutto, assai vicino a Mioccichè. In particolare il Presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, è considerato il nemico storico di Raffaele Lombardo. Catanese come lui, è stato protagonista di molte querelle con l’attuale governatore. La nomina di Castiglione alla vigilia delle elezioni europe avrebbe “delegittimato” Miccichè agli occhi del popolo azzurro siciliano. L’operazione politica, infine, avrebbe confermato un’autentica “guerra” del PDL a Lombardo perché proprio due giorni or sono il coordinatore nazionale Sandro Bondi ha rimproverato aspramente il leader del MPA di avere tradito i patti e scelto di scendere in campo con altri alleati alle europee, danneggiando il centrodestra “storico”. Stando alle voci, non controllate, Gianfranco Miccichè – non da solo a quanto pare – sarebbe andato nella mattinata da Berlusconi per spiegargli che era necessario rifare tutto da capo, ed ha così ottenuto una parziale soddisfazione alle sue esigenze.
Domenico Nania non è affatto sgradito a Miccichè, sicchè la soluzione avrebbe risolto i problemi siciliani, anche perché a questo ticket riveduto e corretto si aggiunge un’altra scelta favorevole al sottosegretario, la sua nomina a responsabile nazionale degli enti locali del PDL. Un posto lasciato vacante da Denis Verdini, divenuto coordinatore nazionale del PDL insieme a La Russa e Bondi. La soluzione prospettata maretdi mattina, tuttavia, non è affatto definitiva. Si tratta di nomine transitorie. Su questo Berlusconi sembra non transigere: sarà il voto di giugnio a decidere gli assetti definitivi. Come? Chi ottiene più voti fra la corrente di Schifani-Alfano-Castiglione e la corrente di Miccichè ed altri, avrà diritto di pretenedere il vertice. C’è un’ultima cosa: Miccichè deve pagare dazio. Nino Strano, ex AN, deve andare a Strasburgo in quota Miccichè. Il quale deve necessariamente trasferire il deputato Giammanco in Europa in modo da fare spazio a Giacomo Terranova, primo dei non eletti. Nelle prossime ore sapremo se il nostro informatore meritava di essere creduto.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/29/2009
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