Fini e Lombardo a colloquio per un'ora

Gazzetta del Sud PALERMO Giornata di incontri romani. Il più importante quello tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e il governatore Raffaele Lombardo che avrebbe avuto una lunga telefonata anche con il premier Silvio Berlusconi. Non c'è conferma ufficiale di questo colloquio ma pare sia stato molto sereno e che il capo del governo si sia voluto informare sulle vicende siciliane, confermando a Lombardo fiducia e intenzione di vedersi nei prossimi giorni, dati gli impegni attuali con il leader libico Gheddafi cui seguirà il viaggio negli Usa: una data utile potrebbe essere dopo il 19 o all'indomani del turno elettorale dei ballottaggi. Pure a Montecitorio clima cordiale. Lombardo e Fini hanno parlato per circa un'ora in cui si è spaziato dalla giunta appena insediata fio ai temi del federalismo . Non si è parlato di nuovi ingressi nell'esecutivo, nè si è ipotizzato un prossimo assessorato all'ex senatore Nino Strano, il candidato ex An che ha raccolto quasi centomila preferenze alle Europee, insufficienti a mandarlo a Bruxelles. Il suo nome era circolato nei giorni scorsi come "papabile" e ciò è bastato a far scattare la protesta dei suoi colleghi, gli stessi che lo hanno aiutato a ottenere il buon risultato elettorale che adesso gli sbarrerebbero la strada: undici deputati su dodici hanno infatti inviato ieri una lettera al coordinatore nazionale Ignazio La Russa e a quello regionale Mimmo Nania, per manifestare fiducia a entrambi ma affermare chiaro e tondo che vogliono essere consultati prima di qualsiasi scelta su programma ed eventuale nuovo assetto di governo regionale. Lombardo, che oltre a Fini ha incontrato anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha commentato: «Devo dire che a Roma, politicamente parlando, ho trovato un clima buono, molto buono». Il governatore ufficialmente non conferma che si sia parlato degli sviluppi politici alla Regione Siciliana, limitandosi a osservare che si è trattato di «far ripartire incontri istituzionali dopo le elezioni. Con il ministro Maroni abbiamo parlato anche di federalismo e di Fas, quindi dell'importanza di coinvolgere anche il ministro all'Economia, Giulio Tremonti».Quanto alla crisi interna al Pdl, a sbrogliare la matassa dovrebbero essere i coordinatori nazionali e regionali che dopo mercoledì sera ne hanno riparlato ieri per confermare la richiesta a Lombardo di azzerare la giunta. ll coordinatore regionale Giuseppe Castiglione si dice certo che non è in discussione la linea: «Non saranno certo pochi deputati del Pdl fantasisti della politica a farci cambiare idea. Quanto a Fini, persona che stimo, cofondatore insieme con Berlusconi del Pdl, mi rifiuto di credere che si occupi di deleghe assessoriali e di strapuntini da occupare». E aggiunge: «Non si tocca l'alleanza con l'Udc, se ne facciano una ragione quanti pensano di spaccare il gruppo, il più numeroso all'Ars e nella stragrande maggioranza compatto, nonostante le prese di posizione di qualcuno che meriterebbe attenzione da trasmissioni come "Chi l'ha visto?". Il gruppo resterà unito. Per ripartire con un'intesa che comprenda agenda politica, agenda dei lavori e azzeramento della Giunta regionale». Ma in tanti dentro il Pdl sono molto preoccupati per la piega presa dagli avvenimenti che rischiano di sfuggire di mano, se non sono già sfuggiti. Una parte consistente del partito non ha alcuna intenzione di ricucire lo strappo se non dopo il commissariamento del partito in Sicilia e respinge con sdegno la posizione di chi non accetterebbe che la sia data per vinta a Lombardo.C'è una battaglia ad escludendum. E nessuno sa come se ne uscirà. A questo punto si rafforza l'attesa nella soluzione che Berlusconi dovrebbe essere capace di trovare per evitare vincitori e vinti. (ma. cav.)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/12/2009